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Il mondo di Gianmaria Testa, Da questa parte del mare 
a cura di Roberto Canavesi
Visto al Teatro Gobetti di Torino martedì 31 ottobre 2017
da Gianmaria Testa 

con Giuseppe Cederna 

regia Giorgio Gallione; elementi scenografici Lorenza Gioberti; luci Andrea Violato

un ringraziamento a Alessandra Ballerini e Marco Revelli per il loro contributo nella stesura del testo 

Produzioni Fuorivia / Teatro Stabile di Torino - Teatro NazionaleCatenaccio
Cifra distintiva della pur breve vita di Gianmaria Testa è senza dubbio la curiosità, desiderio di conoscenza da intendere come continua ed ostinata ricerca di contatti umani con persone anche le più diverse tra di loro: non fa eccezione, o forse ne è l'esempio più fulgido, l'autobiografia postuma Da questa parte del mare che Giorgio Gallione ha ora trasformato in spettacolo teatrale con Giuseppe Cederna ideale voce della poetica dell'autore. 

Settanta minuti per un viaggio nell'universo dei migranti con il mare a fare da trait d'union tra le ansie di chi accoglie e le speranze di chi parte senza la certezza di arrivare: la curiosità, si diceva, scintilla di una vita che ha portato il cantautore e scrittore cuneese a tradurre in canzoni e scritti le emozioni di incontri e suggestioni tanto personali quanto, a ben vedere, universali. L'approdo a Lampedusa, “porta d'Europa” sulle cui banchine attraccano la vita e la morte, come il soggiorno in quelle isole greche animate dalla movida dei turisti e dalla disperazione dei migranti: ma anche casuali incontri con infreddolite prostitute, cui regalare per poche ore il calore della propria auto, o la storia di Tino, la cui salvezza è lo sguardo di una donna come lui confinata sul fondo di un barcone in una traversata del Mediterraneo. 
Una curiosità che si autoalimenta con il desiderio di conoscere e capire, di provare ad entrare in empatia con uomini e donne simboli di culture diverse, se non talvolta opposte. 

Tutto questo in scena rivive in un impianto narrativo che Giorgio Gallione immagina nello spazio pressoché spoglio, scena riempita da un cumulo di pietre e da un paio di sedie con un piccolo fuoco ed una barchetta di carta a navigare in un'improvvisata pozza d'acqua: ambiente neutro che diventa l'ideale contenitore per Giuseppe Cederna, attore dallo sguardo pungente ed ispirato interprete dei pensieri e delle parole di Gianmaria Testa. Non poteva proprio essere che lui, compagno di tante avventure teatrali, a dar voce a Gianmaria Testa, alle inquietudini ed alle speranze di chi fugge all'interno di un'operazione teatrale, nel complesso ben confezionata, impreziosita da conversazioni a distanza con voce e versi del sempre presente Gianmaria.
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