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AMLETA, quando a teatro la direzione è (dovrebbe essere) donna….
a cura di Roberto Canavesi
Incursione nell’incontro di attrici impegnate nella difesa del ruolo della donna a teatro
L’unione fa la forza, anche a teatro, ed ecco che i mesi del lockdown servono per intensificare la sempre attuale riflessione sul ruolo della donna nel panorama teatrale italiano: aggiungendo una semplice gambetta ad uno dei termini universalmente riconosciuti del teatro di tutti i tempi, nasce così Amleta, collettivo di attrici della scena nazionale che intende evidenziare e provare a contrastare la disparità di genere nel mondo dello spettacolo. Nello specifico particolare attenzione è rivolta ad alcuni aspetti quali la presenza femminile nei ruoli apicali delle maggiori istituzioni teatrali nazionali, e le molteplici forme di una "violenza", ad ampio spettro intesa, ancora oggi perpetrate. 
Il progetto, già attivo su base volontaria da un paio di mesi, ha vissuto una presentazione pubblica, coordinata da Cinzia Spanò, in una delle tante riunioni zoom che scandiscono la quotidianità dei teatri chiusi, occasioni di conoscenza e di incontro tra una comunità teatrale che speriamo, presto, possa non limitarsi alla componente femminile.

"Le 140 persone che fanno parte di Amleta - ha spiegato una delle portavoci, Francesca Turrini - hanno età diverse, storie personali e professionali diverse, ma sono tutte accomunate dal desiderio di denunciare l'assenza di donne nei ruoli apicali, con particolare attenzione alla volontà di monitorare tutto quanto transita attorno al mondo dello spettacolo”: un’attività recente partita da lontano, e che nel corso dei mesi scorsi si è strutturata ed organizzata a partire dall’elaborazione di una mappatura necessaria per definire il modello di lavoro del collettivo, ed indispensabile per capire e stabilire quali siano i valori verso cui impiegare le proprie forze. 

Punto di partenza la consapevolezza di una scarsa rappresentanza delle donne nei palcoscenici e, soprattutto, negli uffici direttivi italiani, aspetto messo a fuoco con attente ricerche ed indagini che hanno portato a tradurre in numeri quanto raccolto per il periodo 2017-2020: su tutti il dato delle presenze maschili e femminili riferite alla percentuale occupazionali di attrici, registe e drammaturghe nei Teatri Nazionali, nei Tric e nel Piccolo Teatro di Milano, con il 67,6% di presenze maschili ed il 32,4% di presenze femminili. 
"In questa prima fase - precisa Eleonora Giovanardi - limitandosi ad un’analisi sul comparto teatro di prosa sono emersi dati inquietanti che devono essere punti di partenza per individuare nuove politiche e strade in grado invertire la rotta”.

L’incontro è stata anche l’occasione per presentare una sorta di manifesto di Amleta, comunicato scritto a più voci e diffuso attraverso i social che concentra la sua attenzione su uno degli aspetti di maggiori interesse, l’assenza della figura femminile nella direzione dei teatri pubblici italiani, nella speranza che queste oggettiva constatazione possa esser e pretesto per una riflessione pubblica e condivisa: "si chiede - ha spiegato Debora Zuin - che d’ora in poi nessun bando o chiamata pubblica escluda la candidature di presenze femminili, ed al tempo ci si vuole interrogare sul motivo per cui le donne non siano oggi presenti nei ruoli di vertice creando una situazione che in altri paesi europei sarebbe attenzionata con ben diversa cura”.

In conclusione, una cosa è certa: le componenti di Amleta hanno le idee chiare e sono pronte a lottare per una maggiore presenza di donne nei meccanismi del sistema teatro, consapevoli di come sia venuto il momento di pretendere criteri di accesso inclusivi e trasparenti basati su un semplice principio giuridico presente nella Costituzione, le pari opportunità.



Ad maiora, Amleta!



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