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Il fascino senza tempo de L'avaro di Molière.
Torino: al teatro Gobetti, da mercoledì 7 a domenica 18 ottobre 2015, e da martedì 27 ottobre a domenica 8 novembre 2015, Jurij Ferrini rilegge un classico della scena.
Dalla sera del debutto parigino, il 9 settembre 1668 al Théâtre du Palais-Royal, non ha mai smesso di conquistare e divertire con la sua carica di amara ironia su temi quali l'universo amoroso, i limiti della scienza, le deformazioni dell'animo.
L'avaro, o l'Ecole du mensonge, di Molière è così diventato un grande classico della scena, cinque atti ambientati in ventiquattro ore nella casa del protagonista Arpagone che ora Jurij Ferrini rilegge per l'allestimento programmato in prima nazionale al teatro Gobetti: “io penso - scrive Ferrini - che se abbiamo perso la capacità di far ridere con le grandi commedie classiche, dotate di ingranaggi comici perfetti, capaci di sostenere una trama portante e svelare personaggi eternamente attuali, se non sappiamo più far divertire davvero il pubblico con questi personaggi straordinari, con il loro linguaggio, con le loro debolezze e passioni sfrenate, significa che qualche problemino lo abbiamo noi teatranti e non il pubblico”.
 
Un approccio autocritico che rappresenta al tempo stesso la pulsione principale per questa nuova sfida dell'attore e regista piemontese, pronto a confrontarsi dopo il successo del Cyrano di Bergerac con un altro evergreen della scena teatrale: testo tra i più rappresentati in virtù di una straordinaria, e per certi versi preoccupante, modernità ed attualità, l'Avaro è l'esempio di come un grande classico possa attraversare epoche e secoli, mantenendo intatto il proprio fascino e la propria forza.
Il desiderio di ricchezza, lo smisurato egoismo, la pulsione al possesso che spinge un uomo a limitare ogni possibile forma di felicità e di affermazione per i suoi stessi figli: nella parabola del protagonista non è poi così difficile intravedere più di una similitudine con il mondo a noi prossimo. “Arpagone - conclude Ferrini - è un vecchio che per egoismo condanna all'infelicità una generazione di giovani, mentre loro tentano in ogni modo di aggirare la sua prepotenza. Guardandomi intorno, osservando il mio paese, i suoi potenti e i suoi sudditi, vedo in tutto questo qualcosa di estremamente familiare”.
 
Prodotto dal Teatro Stabile di Torino–Teatro Nazionale, L'avaro sarà presentato in due tranches per consentire la partecipazione, il 23 e il 24 ottobre, al Wuzhen Theatre Festival di Shanghai: servendosi della traduzione di Sara Prencipe, saranno in scena Jurij Ferrini, Elena Aimone, Matteo Baiardi, Vittorio Camarota, Fabrizio Careddu, Sara Drago, Daniele Marmi, Raffaele Musella, Gloria Restuccia, Rebecca Rossetti, Michele Schiano Di Cola ed Angelo Tronca. Repliche martedì e sabato alle 19.30, mercoledì, giovedì e venerdì alle 20.45, domenica alle 15.30: biglietti ad Euro 27 ed Euro 24 con info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.
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