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Rimandati i festeggiamenti per il FESTIVAL DELLE COLLINE TORINESI. TORINO CREAZIONE CONTEMPORANEA
a cura di Roberto Canavesi
Le nozze d’argento della rassegna torinese rimandate a non prima dell’autunno
Era nell'aria ma adesso è arrivata l’ufficialità: la XXVesima edizione del Festival delle Colline Torinesi-Torino Creazione Contemporanea, in programma dal 4 al 20 giugno 2020, per ora non ci sarà con possibile slittamento al prossimo autunno-inverno quando lo stato di salute generale, e dei teatri in particolare, si spera sarà un po’ più definito di oggi: ad annunciare l’inevitabile rinvio è stato Sergio Ariotti, direttore artistico ed ideatore della rassegna, insieme ad Isabella Lagattolla, in un video messaggio in cui ha tenuto a sottolineare come con artisti e pubblico si tratta solo di un arrivederci. Il destino beffardo ha voluto che il significativo traguardo dell’edizione numero XXV dovesse pagare un inaspettato tributo, privando così spettatori ed addetti ai lavori della possibilità di confrontarsi con un cartellone al solito ricco di suggestivi appuntamenti: al netto di inevitabili variazioni di programma che ci saranno quando si potrà dar vita al Festival, i numeri pensati per l’edizione 2020 sono comunque significativi con 22 spettacoli complessivi per 53 recite di cui 7 prime nazionali. 

"Il cartellone - ha spiegato Sergio Ariotti - prevede l’apertura con la Needcompany di Jan Lauwers, attore, autore, regista belga di formidabile talento e qualità. Lo spettacolo All the Good avrebbe portato a Torino, e crediamo porterà più avanti, una creazione di sicuro interesse con più linguaggi espressivi rappresentati, prosa, musica, danza, arte contemporanea. Il Festival 2020 si sarebbe concluso con una Trilogia di Licia Lanera: Cechov, Majakovskij e Bulgakov”. In mezzo, come da consolidata tradizione, spettacoli e artisti italiani ed europei provenienti da Ungheria, Serbia e Francia, con interpreti già affermati al pari di giovani autori, registi ed attori italiani, spesso segnalatisi per la vittoria di prestigiosi premi. 

Tassello conclusivo di un triennale programma del Ministero dedicato al tema del viaggio, negli ultimi anni analizzato nelle sue molteplici sfaccettature, l’edizione 2020 del Festival delle Colline Torinesi intende riaffermare l’importanza di alcuni motivi ricorrenti della sua identità artistica come il far spettacolo fuori dai teatri, la contaminazione dei linguaggi, la ricerca di una nuova lingua drammaturgia: un'ideale ritorno alle origini per la rassegna capace nei primi anni di riflettere sulla cosiddetta "insoddisfazione della lingua” attraverso una serie di incontri con autori come Testori e Gadda, Cappuccio, Guerra e Tarantino, per arrivare a Spiro Scimone, Emma Dante e Saverio La Ruina che proprio dalla contaminazione tra le lingue e i dialetti erano partiti: a seguire non meno praticato è stato il sentiero della creazione contemporanea con i contributi, tra gli altri, di Motus, Pippo Delbono, Fanny&Alexander e Rodrigo Garcia. "Negli ultimi anni - conclude Ariotti - il Festival si è apparentato a quei festival europei, a partire da Avignon e Kunstenfestivaldesarts, che indagano nella sperimentazione e la suggeriscono al pubblico. Dopo lo shock del corona virus credo che le relazioni con l’Europa vadano rilanciate, nonostante tutte le difficoltà”.

Non resta che attendere fiduciosi l’evolversi di un periodo critico al termine del quale, ne siamo certi, sarà ancora più bello ritrovarsi a teatro per degnamente festeggiare le nozze d’argento del Festival delle Colline Torinesi-Torino Creazione Contemporanea
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