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Il circo contemporaneo alla scalata dell’UNESCO
a cura di Roberto Canavesi
Tra fase 1 e fase 2 le strategie della Fondazione Cirko Vertigo per la fase 3
Torino, Teatro Café Müller, mercoledì 22 aprile 2020
Prima regola non abbattersi e guardare al futuro con ottimismo e spirito di iniziativa: in queste settimane da più parti si registrano differenti modalità di convivenza alla difficile situazione che il mondo dello spettacolo dal vivo si trova e si troverà a dover affrontare nei prossimi mesi. Consapevoli che l’onda della chiusura forzata dei teatri sarà tutt’altro che corta, enti ed istituzioni si sforzano di guardare ad un futuro che potrà prevedere nuove modalità di comunicazione tra artisti e pubblico: se incertezza ed instabilità sembrano oggi esser le parole più ricorrenti tra gli addetti ai lavori, è comunque in atto una collettiva chiamata alle armi destinata a coinvolgere le organizzazioni del terzo settore attive nel panorama culturale, con particolare riferimento alla scena teatrale e non solo. 

Tra i soggetti più attivi spicca la torinese Fondazione Cirko Vertigo diretta da Paolo Stratta da subito impegnata nella definizione di una nuova strategia che traghetti il mondo dello spettacolo dal vivo alla fase 3: "le misure a sostegno delle imprese sono fondamentali per la sopravvivenza - spiega Stratta - ma non devono trasformarsi nell'anticamera di un processo di implosione e decrescita, né devono sostituire la progettualità e l’apertura verso scenari futuri produttivi con modalità diverse da quelle a cui siamo abituati”.

In questa direzione Fondazione Cirko Vertigo è fresca di stipula di un accordo quadro con la Fondazione LINKS con il dichiarato indirizzo nei prossimi tre anni di presentare una candidatura credibile ed ottenere il riconoscimento del circo contemporaneo come bene immateriale dell’UNESCO: da un intenso confronto con i numerosi soggetti interessati è nata l’idea di realizzare un portale al cui interno possano trovare spazio materiali multimediali d’archivio, una sezione di news, ed uno spazio dedicato ad esperienze formative e ad una programmazione in streaming realizzata da artisti soli in scena. "La piattaforma, che abbiamo intitolato NICE–Network for International Circus Excellence – conclude Paolo Stratta - costituirebbe la premessa per la fattibilità di tutte le nostre attività, garantendo la trasmissione dei saperi, un rinnovato rapporto di interazione e comunicazione con il nostro pubblico, ed assicurando i posti di lavoro del nostro personale e dei nostri collaboratori”.

Step iniziale cui si intende mettere mani è Solo in Teatro, progetto ideato e diretto dalla coreografa e regista Caterina Mochi Sismondi, che vedrà interessati gli spazi del Teatro Café Müller di Torino: come in un ideale set cinematografico un solo artista per volta, supportato da un’esigua squadra tecnica, sarà protagonista di una sorta di residenza della durata di una settimana dove potrà sviluppare la propria idea progettuale finalizzata alla realizzazione di una performance originale, ovvero di uno spettacolo già proposto, all'interno di un prestabilito format da presentare nella fase iniziale in streaming, e poi al pubblico non appena se ne presenteranno le condizioni. 

Piattaforma di collaborazione tra compagnia blucinQue e gli artisti selezionati attraverso una open call, Solo in Teatro intende al meglio sfruttare la situazione contingente, ribadendo come alcune espressioni artistiche possano realizzarsi "solo” in un teatro: "attraverso il lavoro dell’artista - precisa Mochi Sismondi - lo spazio rimane vitale, parla di sé e delle persone che lo fanno rivivere: così anche il teatro viene messo in luce, nella sua momentanea solitudine, come luogo architettonico di collettività, che si trova oggi svuotato e ha necessità di rideterminarsi”.
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