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I molteplici linguaggi di BIRD/OSSERVATORIO
a cura di Roberto Canavesi
Visto al Teatro Astra di Torino il 22 giugno 2018
di Caterina Mochi Sismondi - Compagnia blucinQue 

scrittura  coreografica e regia Caterina Mochi Sismondi 

con Angel Rodríguez; voce Patrizia Oliva con la partecipazione di Maria Rosa Mondiglio;  music live e suono Federico Dal Pozzo

collaborazione alla creazione del movimento delle tecniche di circo Jonnathan Angel Rodríguez; luci Max Vesco; rigger e video live Davide Bertorello; maestro di tecnica circense Arian Miluka; frammenti testuali Szymborska/ Abat, Pessoa/Michelucci e musicali Sibelius e Cage

una coproduzione blucinQue, Associazione Qanat e Fondazione Cirko Vertigo
Sarà forse una suggestione ma Bird/Osservatorio, produzione BlucinQue ideata e diretta da Caterina Mochi Sismondi, sembra spettacolo nato e concepito appositamente per gli spazi del Teatro Astra che ne ha ospitato l’anteprima per il Festival delle Colline Torinesi: all'interno infatti di un ampio ambiente scenico ben si colloca il racconto di luci e suoni di Jonnathan Rodriguez Angel, acrobata e danzatore, chiamato a disegnare nell'aria attraverso quell'incapacità o impossibilità di volare che tanto ricorda un desiderio di assoluta libertà. Il bisogno ancestrale di spiccare il vola diventa pretesto, nelle acrobatiche coreografie dell’applaudito protagonista, per una danza sul filo come al trapezio, per movimenti a corpo libero in mutevoli quadrati di luce, per una lotta tra suono e movimento che ha come fine ultimo la liberazione dalla prigionia del corpo.

Di tutto questo lo spettatore non è semplice osservatore, ma diventa testimone diretto, ai limiti del voyeurismo, con le riprese video realizzate da un tecnico in continuo movimento ai margini della scena: visione nella visione che aggiunge al linguaggio del corpo, delle luci e della musica anche quello della telecamera per l’insieme di modalità espressive che contribuiscono alla definizione di un processo creativo multidisciplinare. Movimento, suono, luci, ma anche parole, quelle provenienti dal fondo dalla scena, come commento e supporto delle azioni agite, e di cui a ben vedere non si avverte poi così il bisogno non tanto per il significato delle stesse, quanto per il predominante impatto della componente visiva che fa di Bird/Osservatorio un work in progress dalle infinite possibilità ancora potenzialmente da sviluppare.
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