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`AMLETO A GERUSALEMME/Palestinian Kids Want To See The Sea`, quando il teatro abbatte i confini
Moncalieri: alle Fonderie Limone, da martedì 29 marzo a domenica 10 aprile 2016, in scena Marco Paolini e un gruppo di giovani attori palestinesi e italiani.
Capita di imbattersi in spettacoli dalle radici molto profonde, progetti di lunga gestazione frutto di articolati lavori di squadra: è questo il caso di AMLETO A GERUSALEMME/Palestinian Kids Want To See The Sea, l'ultima produzione dello Stabile torinese, in prima nazionale alle Fonderie Limone di Moncalieri, con cui Gabriele Vacis e Marco Paolini rafforzano un consolidato rapporto professionale e di amicizia.
E se la conoscenza tra i due è di lunga data, non meno complessa è stata la preparazione di uno spettacolo prodotto dallo Stabile cittadino con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale: l'idea originaria, infatti, risale al 2008 all'interno del Palestinian National Theatre di Gerusalemme Est, nei cui spazi prese forma una scuola di recitazione per ragazzi palestinesi animati da una voglia di lavorare in teatro più forte dei pregiudizi sociali. Di idea in idea, dodici mesi dopo, il gruppo si trasferisce in Italia dove prosegue l'attività laboratoriale sotto il vigile sguardo di alcuni tra i nomi di maggior spicco della scena italiana, Laura Curino come Emma Dante, Valerio Binasco, Alessandro Baricco e Roberto Tarasco.
 
Gabriele Vacis ha sempre immaginato il progetto come un potenziale viaggio costruito attorno al concetto di schiera, negli ultimi anni costante linea guida nella poetica teatrale del regista torinese: “schiera - spiega Vacis - è l’esercizio che sto elaborando da molti anni. Insegna a vedere quello che si guarda e ad ascoltare quello che si sente. Saper vedere, sapere ascoltare, è necessario per un attore che voglia essere autore della propria presenza in scena”. Muovendosi su questa direttrice insieme a Marco Paolini, ecco individuata nell'Amleto l'ideale chiave per la realizzazione di un percorso teatrale che ponga al centro della propria indagine tutte le sfaccettature della vita: i riti di passaggio come il rapporto uomo/donna, il conflitto con la famiglia al pari delle generazioni a confronto, la rabbia, la pazzia, l’amore. Il gruppo di lavoro si è così ritrovato lo scorso mese di novembre a Gerusalemme per una ripresa del viaggio laboratoriale ultimatosi a inizio anno con le prove alle Fonderie Limone: “alla fine - conclude Vacis - abbiamo scoperto che, a Gerusalemme, Amleto è soprattutto la tragedia della verità pericolosa. Perché possedere la verità è pericolosissimo. Chi la possiede produce dolore per tutti, indistintamente. Compreso, naturalmente, sé stesso. Chi è investito della verità è giudice ingiudicabile. Questa è la storia di Amleto in Palestina, dove tanta gente è convinta di possedere la verità. Ma per fortuna c’è tanta altra gente che si chiede: che cosa possiamo fare”.
 
Prodotto dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, con la regia di Gabriele Vacis e l'interpretazione di Marco Paolini, Alaa Abu Gharbieh, Ivan Azazian, Mohammad Basha, Giuseppe Fabris, Nidal Jouba, Anwar Odeh, Bahaa Sous e Matteo Volpengo, per AMLETO A GERUSALEMME repliche martedì e sabato alle 19.30, mercoledì, giovedì e venerdì alle 20.45, domenica alle 15.30: biglietti ad Euro 27 ed Euro 24 con info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.
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    AMLETO A GERUSALEMME/Palestinian Kids Want To See The Sea
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