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La morte e la fanciulla, il teatro e il suo doppio
a cura di Giampiero Raganelli
Visto l'11 luglio 2017 presso l'ex ospedale psichiatrico Paolo Pini nell'ambito del festival Da vicino nessuno è normale
regia e coreografia Michele Abbondanza e Antonella Bertoni 

con Eleonora Chiocchini, Valentina Dal Mas, Claudia Rossi Valli 

musiche Schubert Der Tod und das Mädchen

durata: 50'
L'ormai storica compagnia di teatrodanza Abbondanza/Bertoni ha da sempre fatto uso creativo degli elementi video, come nel loro classico spettacolo Romanzo d'infanzia, dove la proiezione avveniva su un fazzoletto agitato in scena da Michele Abbondanza. In questo loro ultimo, straordinario, lavoro, La morte e la fanciulla, tratto dal Quartetto in re minore di Schubert, con il lied che riprende i versi del poeta Matthias Claudius, il teatro ha il suo doppio nel video. Il primo è rappresentato da tre leggiadre danzatrici in scena nella loro naturale nudità tranne all'inizio e alla fine; il secondo dalle riprese delle stesse che accompagnano, doppiano, si pongono in relazione con la performance dal vivo. 

Una danza armoniosa, energetica, vibrante, una composizione matissiana, primitiva, ancestrale che procede indefessamente per tutto lo spettacolo. È la vita, la sua celebrazione nella verità della performance, nella fisicità dei corpi nudi, la gioventù, la figura della fanciulla. Ma anche all'apice dell'esistenza si è pronti a essere ghermiti dalla morte, a scivolare improvvisamente nelle sue fauci, a essere mietuti dalla sua falce. La morte è rappresentata dalle immagini video, con la loro alterità, con il loro essere registrate in un altrove. Sono piani così lontani, nella loro essenza e consistenza, performance dal vivo e filmati proiettati, e così vicini, nel soggetto che è omologo. Così lontani e vicini come lo sono la vita e la morte. 

Così Abbondanza/Bertoni traducono quel senso di precarietà dell'esistenza che trapela dal quartetto di Schubert, composto dopo che un malore gli aveva come preannunciato l'avvicinarsi della fine, e i versi di Matthias Claudius.

Il dialogo tra le immagini dal vivo e quelle filmate è fatto di sottili simmetrie e asimmetrie, è a volte un rincorrersi. Si ha l'illusione, in certi momenti come all'inizio, che il video sia una ripresa in diretta, da un punto di vista interno o dietro le quinte. Ma non è così, tutto è già stato filmato, fissato, cristallizzato. In un momento centrale le coreografie sono perfettamente identiche con la differenza che nel filmato ci sono sempre tutte e tre le ballerine, mentre dal vivo sono una o due, sempre replicando i movimenti delle loro omologhe virtuali. Il mondo ideale come in un empireo cui tende l'imperfezione e la precarietà dell'esistenza. 

L'impermanenza della vita trova la sua manifestazione nella mutevolezza stessa della danza, nel suo continuo divenire, e nello spettacolo è resa da effetti di sfocamento, offuscamento, da contorni indefiniti, nebulosi. Effetti ottenuti con nebbie, interazioni dei corpi in movimento con il fascio della proiezione. Si arriva anche a un momento di vibrazione corporea compulsiva, un elemento usato, riprendendo un'iconografia di Francis Bacon, da Danio Manfredini, nei suoi lavori, che è in effetti accreditato tra i ringraziamenti. 

La fanciulla:
Via, ah, sparisci! / Vattene, barbaro scheletro! / Io sono ancora giovane; va’, caro! / E non mi toccare. 

La morte:
Dammi la tua mano, / bella creatura delicata! / Sono un’amica, / non vengo per punirti. / Su, coraggio! / Non sono cattiva. / Dolcemente dormirai fra le mie braccia!













  • Compagnia Abbondanza Bertoni La morte e la fanciulla 
    Compagnia Abbondanza Bertoni La morte e la fanciulla 
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