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Prosa, teatro sonoro e performance musicali per la chiusura del FESTIVAL DELLE COLLINE TORINESI. TORINO CREAZIONE CONTEMPORANEA
a cura di Roberto Canavesi
Un’intensa ultima settimana di spettacoli
Torino, da martedì 18 a sabato 22 giugno 2019





Non mancano suggestioni nei titoli in programma per l’ultima settimana della ventiquattresima edizione del Festival delle Colline Torinesi che ospiterà, martedì 18 giugno alle 18 al Polo del ’900, la performance Between me and P., progetto autobiografico costruito attorno l'inspiegabile scomparsa del fratello dell'autore e performer Filippo Michelangelo Ceredi: volontariamente scomparso nel 1987 all'età di 22 anni, Pietro è ora al centro dell’indagine del fratello minore Filippo deciso, dopo un quarto di secolo, a riallacciare i fili della memoria nel tentativo di riavvicinarsi a lui e di capire i motivi dell’inspiegabile gesto. Prende così forma un dialogo tra materiali visivi e audio di un archivio, elaborazioni video dell'artista e la sua presenza scenica nella speranza di portare luce su un'assenza silenziosa e pervasiva in una storia che parla profondamente al presente individuale e collettivo.

A seguire alle Lavanderie a Vapore di Collegno, martedì 18 e mercoledì 19 giugno alle 20, Silvia Costa presenterà il suo Nel paese dell’inverno, indagine poetica e visuale sui Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese in cui lo scrittore piemontese si abbandona anacronisticamente alla mitologia per interrogare la sofferenza e la violenza del presente: al centro della proposta sei differenti estratti con altrettanti temi universali (Il venire alla luce, la colpa, il castigo, l'animalità dell'uomo, la minaccia di estinzione del diluvio o lo sguardo creatore degli Dei) con l'artista trasformare il materiale narrativo in visioni, dando voce a un dialogo tra corpi, oggetti e suoni, in una costante tensione tra i gelidi mostri del reale e la fragile trama del mito. 

La scena internazionale, da sempre presenza costante nelle Colline Torinesi, torna protagonista giovedì 20 e venerdì 21 giugno alle 20 al Teatro Astra con La plaza, spettacolo del collettivo catalano El conde de Torrefiel diretto a quattro mani da Tanya Beyeler e Pablo Gisbert: "un viaggio mozzafiato - è scritto nella presentazione - tra minuzie quotidiane ed eventi epocali, che espande la nostra percezione dello spazio e del tempo e proietta l'attenzione sul futuro concepito come una dimensione sconosciuta e imprevedibile”. E se da un lato il progresso sembra essere cifra distintiva di un processo di civilizzazione irrefrenabile, dall'altro assisteremo ad una realtà diventare per assurdo sempre più sempre più elemento soggettivo, emotivo ed impenetrabile. 

Si torna alle Lavanderie a Vapore venerdì 21 e sabato 22 giugno alle 22 con i Motus in Rip it Up and start again, spettacolo-concerto-karaoke-manifesto ispirato ai testi delle canzoni del fenomeno musicale Post-punk dei primi anni '80 per guardare l'oggi con occhi diversi e mettere in dubbio l'idea, per usar le parole di Mark Fisher, di una "generazione di cui ogni singola mossa è stata anticipata, tracciata, comprata e svenduta prima ancora di compiersi”. Enrico Casagrande e Daniela Nicolòrealizzano e dirigono un progetto realizzato con 15 allievi attori della Manufacture, importante scuola di arti sceniche di Losanna, per un lavoro che intende far conoscere a fondo gli slanci utopici di un movimento di giovani che ha scelto la strada del dissenso e della protesta. 

Paola Rota, Simonetta Solder e Theo Teardo saranno invece gli autori di Illegal helpers, in scena sabato 22 giugno alle 18 alla Fondazione Merz, sotto forma di radiodramma basato sul romanzo-saggio in lingua tedesca della scrittrice Margareth-Maxi Obexer: raccogliendo le interviste e i dialoghi registrati in quattro diversi paesi di frontiera, Maxi Obexer dà voce agli aiutanti illegali, persone comuni che segretamente, tutti i giorni, si prendono il rischio di intervenire per aiutare i migranti e i richiedenti asilo a passare i confini, offrendo loro protezione e alloggio e salvandoli, così facendo, dal rimpatrio forzato. Dottori e studenti, insegnanti, giudici o avvocati, uomini e donne qualunque che mettono a repentaglio esistenza e lavoro rischiando in prima persona pesanti condanne: "nel testo - scrivono gli autori - s'indagano le motivazioni profonde, le difficoltà, le paure, tutti quei momenti in cui, nonostante gli sforzi, l'aiuto risulta vano”. Parole ed un’intensa drammaturgia sonora condurranno il pubblico in un bosco di notte o all'alba, stanziali in una galleria, in una stazione o fra binari disabitati e silenziosi, per una passeggiata site-specific in ascolto degli altri e di se stessi. 

Il sipario sull'edizione 2019 del Festival calerà sabato 22 giugno alle 20 al Teatro Astra con Il dito diretto da Leonardo Lidi, ed interpretato da Elena Aimone, Noemi Apuzzo, Giulia Salvarani e Giuliana Vigogna, dal testo della scrittrice kosovara Doruntina Basha: produzione La Corte Ospitale, lo spettacolo è un testo per attrici che hanno il coraggio di rapportarsi con la violenza del ridicolo e di emozionarsi delle loro stonature. In scena quattro interpreti per la storia di due donne di generazioni diverse, alle prese con vicende di famiglia e con l'elaborazione di un lutto in un racconto che assumerà valenze universali nella rappresentazione di sventure affrontate e vissute con modalità differenti. 

Per tutti gli spettacoli del Festival delle Colline Torinesi ingresso a Euro 16 ed Euro 11 con differenti possibilità di abbonamenti: informazioni su cartellone e prenotazione biglietti allo 011.56.34.352 o sul sito www.festivaldellecolline.it. 
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