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Recensione di: L'Italia s'è desta
Un piccolo-grande testo sulla ‘ndrangheta, su una Calabria difficile, specchio di un’Italia altrettanto complessa e corrotta.
Carletta è la scema del paese, e come ogni fool può esprimersi al di fuori dei canoni e delle regole. Una ragazza “particolare”, alla quale il privilegio della diversità conferisce la libertà di parola in un mondo di omertà e cupi sentimenti. Lei gira sempre, in cerca di contatti umani rari, limitati a qualche pietoso atto di accondiscendenza. Gira protetta dal suo “stato speciale”, e in questa solitudine si fa acuta osservatrice delle molte cose evidentemente sbagliate che accadono alla luce del sole, ma che nessuno sembra vedere. E nel suo continuo dialogare con un mondo ostinatamente muto racconta gli inconfessabili segreti delle storie di tutti i giorni: crimini, connivenze, omertà.
“L’Italia s’è desta” è un piccolo-grande testo sulla ‘ndrangheta, su una Calabria difficile, specchio di un’Italia altrettanto complessa e corrotta. E’ uno spettacolo coraggioso, che attraverso una scrittura semplice e chiara – come la visione della protagonista – conduce per mano alla scoperta di un “falso mistero italiano”. Grazie all’abilità dell’attrice che, convincente e coinvolgente dall’inizio alla fine, mette in scena un personaggio autentico rendendolo credibile e incredibilmente forte. Carla Libonati, che con la sua inncenza conquista una medaglia d’onore, diventa il simbolo della purezza e dell’onestà che potrebbe davvero cambiare il corso delle cose nel nostro paese, destando finalmente l’Italia dal lungo torpore che la immobilizza.
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    L'Italia s'è desta
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