immagine home.jpg
ZIO VANJA, monito universale per l’uomo contemporaneo
a cura di Roberto Canavesi
Dal Teatro Katona di Budapest, Kriszta Székely la sua prima regia in Italia
Torino, al Teatro Carignano, da martedì 7 a domenica 26 gennaio 2020
L’anno nuovo si apre con il botto per il Teatro Carignano sul cui palco per tutto il mese di gennaio rivivrà Zio Vanja di Anton Cechov, la tragedia delle occasioni mancate e delle aspirazioni deluse, il dramma dell’incapacità di essere felici: a portare in scena il grande classico del drammaturgo medico di Taganrog, nell'attesa produzione internazionale del Teatro Stabile di Torino, sarà un cast guidato da Paolo Pierobon, Ivano Marescotti ed Ariella Reggio, e diretto dall'ungherese Kriszta Székely, tra i migliori talenti della scena europea, proveniente dal Teatro Katona di Budapest, che firma così il suo primo spettacolo in Italia.

"La desolata campagna russa - scrive la regista - dove non succede niente, dove le persone si sfiancano, i sentimenti muoiono e dove pian piano tutto si scompone, per decenni ha funzionato come un parallelo della sensazione della vita depressa del blocco socialista dell’Europa dell’Est”: ora però il mondo è cambiato, i ben noti stravolgimenti hanno ridisegnato la mappa geopolitica dell’intero pianeta, e gli stessi registri teatrali hanno acquisito una diversa fisionomia. Assecondando gli inevitabili cambiamenti, la giovane regista ungherese, reduce da un prima incursione nel teatro cechoviano con un Platonov, ironico, pieno di un umorismo nero, ha cosi pensato all'incontro con Zio Vanja nella veste di commedia che fa stringere il cuore con i suoi personaggi animati da ideali, passioni e sentimenti, che non sono in grado di realizzare. Messa da parte ogni pretesa di dramma psicologico, ci si focalizza su di un’idea di vita subita passivamente, lasciata passare senza esserne in alcun modo partecipi, per una lettura che sia anche monito per l’uomo contemporaneo, "incapace di agire, mentre è assolutamente cosciente che il mondo che lo circonda sta cadendo a pezzi”.
 
Scene di vita in campagna in quattro atti, in un’atmosfera soffocata dalla calura estiva, Zio Vanja è una perfetta sintesi del teatro del suo autore, dramma attraversato dai grandi temi come il senso di fallimento e l’incapacità di vivere che attanagliano una tragicomica umanità di frustrati e depressi, uomini e donne che parlano molto senza far nulla per sfuggire alla loro condizione di perenne insoddisfazione.  

Produzione Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale, Zio Vanja di Anton Cechov diretto da Kriszta Székely vedrà in scena Paolo Pierobon, Ivano Marescotti, Ariella Reggio, Ivan Alovisio, Federica Fabiani, Lucrezia Guidone, Franco Ravera, Beatrice Vecchione: tre settimane di repliche al Teatro Carignano martedì, giovedì e sabato alle 19.30, mercoledì e venerdì alle 20,45, domenica alle 15.30, con biglietti ad Euro 37 ed Euro 31. Info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it. 
  • Kristza Székely.jpg
    Kristza Székely.jpg
    archivio
    cookie law
    privacy