immagine home.jpg
La disarmante attualità di UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO
a cura di Roberto Canavesi
Il dramma di Tennessee Williams nella rilettura di Giulio Maria Cavallini
Torino, in streaming sulla pagina Facebook dal Teatro Baretti, domenica 21 marzo 2021
Senza mezzi termini schierato nel partito del "teatro in streaming", il piccolo ma combattivo Teatro Baretti prosegue la sua stagione con la messa in scena di un grande classico del Novecento, Un tram che si chiama desiderio che Tennessee Williams scrisse a distanza di due anni dal trionfo de Lo zoo di vetro: in diretta sulla pagina Facebook del Baretti domenica 21 marzo con visione gratuita, prenderà forma una delle opere più rivoluzionarie della scena moderna. Dramma a tinte forti che fece scalpore per i suoi temi scottanti, l’omosessualità come la pedofilia, il disagio mentale e la violenza domestica, trattati e riferiti senza filtri con una forza che se scosse la società del dopoguerra, è ancor oggi in grado di far riflettere e meditare. Primo effetto del ciclone Williams fu la liberazione della scena americana da quelle catene del puritanesimo e perbenismo che lasciarono spazio alle tetre e perverse declinazioni della sessualità adulta, con particolare riferimento alle pulsioni femminili e all’immagine di un uomo, Stanley Kowalski, presto diventato oggetto pubblico del desiderio. 

Nella versione diretta da Giulio Maria Cavallini, ed interpretata da Olivia Manescalchi, Riccardo Livermore, Federica Dordei e Marcello Spinetta, il punto di osservazione prescelto sarà quello di Blanche Dubois, donna complessa che assiste impotente al crollo del suo mondo nonostante i disperati tentativi di salvarlo: "la scelta di ridurre il cast ai quattro personaggi - è scritto nella presentazione - nasce per enfatizzare quanto sia difficile trovare la persona giusta a cui chiedere aiuto nelle difficoltà: coloro ai quali Blanche tenta di aggrapparsi sono in realtà quelli che determinano il precipitare degli eventi". Ecco allora, al di fuori del quartetto di protagonisti, gli altri personaggi diventare voci fuori campo, fantasmi che Blanche cerca di scacciare atterrita dall’idea che il passato possa ripresentarsi: un prospettiva destinata a farsi tremenda realtà se è vero che il passato, prima o poi, ritorna con i suoi fantasmi resi ancora più spaventosi dal trascorrere del tempo e dalla consapevolezza frustrante di un destino che sembra essere inevitabile, e non modificabile. 

"L’intenzione di questa regia - spiega Cavallini - è far riflettere sul rapporto dell’autore con la condizione della sorella Rose, vittima di una società che l’ha etichettata come pazza anziché prendersene cura, e sottolineare quanto il bisogno di affetto e il terrore della solitudine di Blanche sono i sentimenti che ci accomunano nel difficile periodo che stiamo vivendo": Rose e Blanche sono due facce della stessa medaglia, l’una rivive nell’altra in un collettivo gioco al massacro che vede l’istituto famigliare farsi giudice spietato ed impietoso, del tutto alieno dall’essere quel pacifico porto cui approdare in preda ai tormenti della vita.
Nel suo vorticoso turbine, Un tram che si chiama desiderio per lo spettatore di oggi sarà pretesto per un'accorata riflessione, a quasi ottanta anni di distanza, su temi ancora attuali, come testimoniato da una quotidiana cronaca che porta alla ribalta non solo la violenza coniugale, quanto l’atteggiamento remissivo della donna talvolta pronta, al pari della Stella nel testo Williams, a cercare scusanti per giustificare il compagno aggressivo e violento. 

Produzione Teatro Baretti diretta da Giulio Maria Cavallini, Un tram che si chiama desiderio vedrà in scena Olivia Manescalchi, Riccardo Livermore, Federica Dordei e Marcello Spinetta con le voci fuori scena di Maria Grazia Solano, Giancarlo Judica Cordiglia, Marco Imparato, Elena Cascino e Leonardo Filoni: in streaming sulla pagina Facebook del Teatro Baretti domenica 21 marzo alle 20 con visualizzazione per 48 ore gratuita e possibilità di donazioni a mezzo Satispay e/o Paypal al contatto @cineteatrobaretti.it. 
Info allo 011.655.187 o sul sito www.cineteatrobaretti.it.
  • Un tram che si chiama desiderio.jpg
    Un tram che si chiama desiderio.jpg
    archivio
    cookie law
    privacy