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La guerra dei sessi di Venere in pelliccia
a cura di Francesca Sordini
Visto al Teatro Carcano il 25 gennaio 2018
di David Ives - Traduzione Masolino D’Amico 
Con Valter Malosti e Sabrina Impacciatore
Scene e disegno luci Nicolas Bovey - Progetto sonoro G.U.P. Alcaro 
Costumi Massimo Cantini Parrini - Musiche di e trasformazioni da Richard Wagner
Regia Valter Malosti 
Produzione Pierfrancesco Pisani|Parmaconcerti|Teatro di Dioniso|Infinito srl |Fondazione Teatro della Fortuna Fano/AMAT
Dal 25 gennaio al 4 febbraio
Venere in pelliccia è un testo dalla lunga tradizione. Scritto nel XIX secolo da Leopold von Sacher-Masoch – dal cui nome deriva appunto il termine “masochismo” – e poi adattato per il teatro da David Ives nei primi anni ‘10, ebbe un’influenza culturale non scontata, tanto che nel 2013 Roman Polański ne trasse un film con Emmanuelle Seigner e Mathieu Amalric. Il testo di Ives, da cui è tratto lo spettacolo di Valter Malosti, che ha scelto per sé la parte del protagonista, rimodula la storia di Masoch ambientandola in tempi contemporanei, come nel suo stile. Non si tratta di una pièce semplice, perché il peso dell’intera rappresentazione è affidato a due soli comprimari, in un atto unico in cui non ci sono uscite di scena.

Malosti rimane fedele al testo di Ives, concedendosi solo piccole licenze, come ad esempio la modifica del nome del protagonista maschile da Thomas Novachek al suo nome proprio. Questo cortocircuita il passaggio dai personaggi della commedia di Ives a quelli della pièce scritta dal protagonista, aggiungendo un ulteriore livello: quello, appunto, che fa capo a Valter Malosti/Sabrina Impacciatore. L’identità si fa tripla, in un gioco di specchi e rimandi reso ancor più complesso di quanto non sia già. 

Malosti è più bravo di Sabrina Impacciatore, cui va comunque riconosciuta la capacità di passare senza sforzo dal tono da burina romana di Vanda al raffinato eloquio di Wanda von Dunayev (ancora uno sdoppiamento!). Adattato ai gusti di un pubblico italiano – Vanda, quando non è Wanda, parla appunto in romanesco – la Venere in pelliccia di Malosti è un’ottima rappresentazione che non presenta decelerazioni, a discapito della struttura del testo, che può tendere insidie agli attori più navigati. La breve durata – un’ora e quarantacinque appena – fa sì che ci sia un crescendo d’intensità, nonché di tensione tra i due protagonisti, peraltro perfettamente controbilanciate da una scenografia sobria ed essenziale.
  • Venere in pelliccia
    Venere in pelliccia
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