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Opera danza festival
a cura di Denise Perego
Visto al Teatro Carcano il 17 aprile 2019
Sabrina Brazzo, Andrea Volpintesta, Jas Art Ballet 
Coreografie: Massimiliano Volpini, Francesco Ventriglia, Giorgio Azzone, Alessio Di Stefano, Sabrina Massignani 
Musiche: Verdi, Rossini, Mozart, Bizet, Bach, Saint-Saëns, Offenbach, Puccini, Scarlatti, Vivaldi 
Stefano Salvatori/pianoforte; Anastasiya Gonzales/violino
Ramtin Ghazavi/tenore; Rachael Birthisel/soprano; Marta Leung Kwing Chung/mezzosoprano 
Con la partecipazione di Jas Art Ballet Junior 
Luci e scenovideografie: Salvo Manganaro 
Produzione: Jas Art Ballet
In che modo la danza potrebbe coesistere con l’opera lirica? Seppur inizialmente il titolo scelto per questo spettacolo non dia alcun indizio agli spettatori per prepararsi a ciò che vedranno, all’apertura del sipario tutto si chiarisce. Per lo spettatore più affezionato alla tradizione potrebbe sembrare una scelta ardua, ma senza alcun dubbio questo spettacolo ha raggiunto il proprio obiettivo: inizialmente si è colti da stupore nel vedere in scena il maestro Stefano Salvatori che, seduto al pianoforte, introduce e accompagna il tenore Ramtin Ghazavi e il soprano Rachael Birthisel. Solo in un secondo momento si assiste all’entrata sul palco dei due ballerini Sabrina Brazzo e Andrea Volpintesta che si esibiscono sulle note della Traviata accompagnati dai cantanti lirici e dal pianista. Ma lo stupore e, se vogliamo, la sensazione di spaesamento iniziale lasciano velocemente spazio al pieno piacere di assistere allo spettacolo. La scenografia è semplice ma elegante e fa da cornice ai danzatori che, attraverso numerose coreografie indipendenti l’una dall’altra, si fanno condurre dalle note di alcuni tra i più famosi brani di Verdi, Mozart, e Vivaldi (solo per citarne alcuni). 

È proprio l’accostamento tra opera lirica e danza a essere il vero e unico fil rouge che accompagna lo spettatore durante la visione di tutto lo spettacolo, convincendolo ad abbandonare i preconcetti sui generi artistici e lasciarsi meravigliare dalla bellezza di questa nuova visione. Le tre parti, musica, voce e danza, coesistono e si compensano, sempre in perfetto equilibrio. La danza non sovrasta mai, l’opera non è mai un contorno e allo stesso tempo ognuno mostra il meglio di sé senza mai risparmiarsi. In questo senso, Opera danza festival è un elegante dialogo a tre voci a cui lo spettatore partecipa dall’inizio alla fine con stupore e con il desiderio di scoprire cos’altro gli artisti metteranno in scena. 

Più che un festival, sarebbe forse più appropriato definirlo un gala, vista la raffinatezza delle scelte dei costumi sia dei ballerini che dei cantanti: mai eccessivi ma al contempo eleganti e adeguati all’interpretazione. La bravura e la professionalità di tutti gli interpreti, anche dei ballerini più giovani, confermano le intenzioni sceniche: assieme alla compagnia Jas Art Ballet, si sono esibiti anche i giovanissimi talenti della Jas Art Ballet Junior e tutte le coreografie sono eseguite con maniacale precisione tecnica, coordinazione, attenzione e interpretazione. Insomma, un profondo lavoro di equilibrio che anche nell’esecuzione si conferma all’altezza delle più grandi compagnie di danza. 

Unico momento in cui si esce un po’ dalle righe è rappresentato dalla coreografia “Trio per quattro” che vede Giorgio Azzone, Kevin Regonesi, Salvatore De Simone e Mino Viesti farsi beffa del soprano Rachael Birthisel che interpreta l’aria della Regina della notte di Mozart: qui i costumi sono vistosi e di poco gusto (oltre al fatto che Mino Viesti è travestito da soprano) e l’obbiettivo è chiaramente e dichiaratamente quello di far divertire il pubblico che, come da copione, risponde positivamente con molto entusiasmo. 

Quello di Sabrina Brazzo, Andrea Volpintesta e la compagnia Jas Art Ballet è senza dubbio un “esperimento” ben riuscito, che fa venir voglia di saperne di più e fa sperare che la danza – classica, contemporanea, neocontemporanea – possa spingersi verso direzioni nuove senza tradire le proprie origini o perdere la qualità che la contraddistingue.
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