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Una cena ANNI: 20 per il compleanno di Tedacà
a cura di Roberto Canavesi
Conversando con Simone Schinocca in occasione dei primi vent’anni della compagnia torinese
Torino, a Tedacà bellARTE, da giovedì 7 a sabato 9 aprile, da giovedì 21 a sabato 23 aprile 2022
Un compleanno, quale che sia l’età, va sempre ricordato, ragion di più se il festeggiato è una compagnia teatrale pronta a spegnere le sue prime venti candeline: è questo il caso di Tedacà, realtà torinese fortemente attiva sul territorio cittadino, e non solo, che sotto la direzione artistica di Simone Schinocca si accinge a festeggiare i primi vent’anni di un’attività cresciuta giorno dopo giorno, ad oggi diventata indiscusso punto di riferimento della vita culturale torinese. 
Da giovedì 7 a sabato 9 aprile alle 20.30, con repliche da giovedì 21 a sabato 23 aprile stesso orario, nella sala di via Bellardi andrà in scena Anni: 20, happening teatral-musicale culinario inserito nel cartellone di FTT-Fertili Terreni Teatro, con cui le ragazze ed i ragazzi di Tedacà daranno vita ad un evento speciale ambientato in una locanda degli Anni Venti popolata da singolari personaggi. Di questo, e della strada fatta in due decenni, abbiamo parlato con Simone Schinocca in un originale viaggio nel tempo alla scoperta della molte anime di Tedacà. 

Ti invito per un attimo a chiudere gli occhi ritornando al lontano 2002 quando, insieme ad una ballerina (Simona Maggi) e ad una cantante (Isabella Derosa), hai scelto dei dar vita ad una compagnia il cui nome deriva dalle tre parole teatro, danza e canto: quali le motivazioni che vi spinsero ad intraprendere questa avventura? 
"Ad esser sinceri tutto è nato in maniera abbastanza casuale: insieme ad Isabella e Simona ci siamo incontrati su progetti diversi e l’anno prima della nascita di Tedacà avevamo lavorato ad un laboratorio a Moncalieri in un istituto superiore. Poi un giorno, in viaggio verso Firenze per partecipare ad un progetto cui eravamo stati invitati, parlando e raccontando le nostre prime esperienze nel mondo del teatro a bordo di una Fiat Panda stracolma di costumi ci siamo chiesti perché non unire gli sforzi nella costruzione di uno spazio nostro, di una nuova realtà dove saremmo stati noi a dettare le regole. Da quel viaggio è nata l’idea di metterci in gioco in prima persona con la scelta del nome del tutto casuale (solo più tardi avremmo scoperto che Tedacà in aramaico voleva dire giustizia) per la definizione di un progetto che a stretto giro ha poi coinvolto quelle persone confluite nel nucleo fondante la compagnia con cui abbiamo dato forma al nostro primo lavoro in assoluto, Romeo e Giulietta"

Se le tre anime di Tedacà sono le arti di cui si compone il nome, nel tempo l’attività produttiva si è indirizzata soprattutto verso un’idea di teatro non di rado contaminata da danza e canto: dopo vent’anni quale la vostra vera carta di identità artistica? 
"La vocazione è sempre stata quella di raccontare il nostro tempo attraverso il teatro in uno spazio artistico, ma anche mentale, immaginato su di un dialogo continuo con quello che ci succede attorno: non è forse casuale che la casa non sia uno spazio nel salotto buono della città, ma più decentrato, cosi come da anni l’attività estiva prenda vita all’interno di un parco pubblico. I nostri progetti vogliono sempre parlare del tempo in cui viviamo, e lo facciamo dopo esserci guardati intorno ed esserci immersi a pieni polmoni nella realtà.
Detto questo, non possiamo passar sotto silenzio il fatto che con il passar degli anni abbiamo maturato in parallelo una forte vocazione all’accoglienza ed all’inclusività di progetti, idee, suggestioni provenienti dall’esterno, da persone di formazione e provenienza differente con cui impegnarci in nome di una ricerca artistica che non debba essere sempre predeterminata e predefinita, semmai costruirsi giorno dopo giorno"


In questi due decenni all’interno del vostro gruppo si sono alternate molte persone, fermo restando la presenza di un solido nucleo portante: quanto è significativo poter contare ancor oggi su di loro, e quanto aprirsi a collaborazioni con cui dar vita a percorsi più o meno lunghi? 
"La dimensione dell’incontro è per Tedacà fondamentale: se sin dall’inizio abbiamo sempre lavorato con un gruppo consolidato di artisti, non è mai venuto meno il desiderio di aprirsi ad incontri con persone e mondi che arrivassero da realtà lontane, e con cui artisticamente parlando camminare insieme anche solo per un breve tratto.
A ben pensarci sono proprio queste le due nostre anime: da una parte la famiglia scelta, la nostra storia, dall’altro la volontà di sperimentare linguaggi nuovi, situazioni non necessariamente provenienti dal mondo dello spettacolo che siano in grado di arricchirci con nuovi valori da cui partire per intraprendere inaspettati sentieri. Guardandoci indietro sono tanti i mondi diversi che sono passati da Tedacà, e tutti ci hanno lasciato qualcosa di significativo ed importante per la nostra crescita artistica"
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2002-2022: vent’anni che hanno visto il mondo cambiare ed in cui anche voi, da giovani studenti affetti da una sana incoscienza, siete diventate persone mature alle prese con la difficile quotidianità di una compagnia teatrale: come hai visto cambiare il mondo della cultura, e del teatro in particolare? 
"Ho visto un mondo completamente cambiato, ed una realtà come la nostra ha dovuto costruissi e ritagliarsi un suo spazio identitario a forza di spallate per collocarsi all’interno del sistema preesistente: vent’anni fa per noi era tutto un gioco, adesso che siamo un’impresa culturale a tutti gli effetti per quelle stesse persone tutto è fuorchè un gioco. A pensarci bene, a non esser cambiato è proprio la resistenza al cambiamento di un sistema spesso in preda a profonde contraddizioni, su tutte la consolidata idea di definirci ancor oggi come compagnia giovane, dopo due decenni di quotidiana attività.
Entrando di più nello specifico, rilevo ad esser onesti come il mondo del teatro stia acquisendo una lenta ma evidente consapevolezza dell’esistenza di tante realtà in grado di creare percorsi alternativi, sguardi differenti capaci di arricchire il quadro generale: la nostra città negli ultimi anni, e non ne faccio un discorso politico, si è di molto rafforzata da un punto di vista progettuale e culturale grazie all’impegno di realtà che hanno contribuito ad aumentare il numero delle possibili offerte dando vita a nuovi spazi, facendo sentire nuove voci".

E veniamo ad Anni:20, la festa di compleanno: da dove nasce l’idea e cosa succederà in queste cinque serate che trasporteranno indietro di un secolo lo spettatore mescolando realtà e fantasia? 
"Volevamo raccontare la nostra storia senza cadere nella trappola della dimensione del racconto autoreferenziale: Anni: 20 è in realtà la tappa finale di un progetto di scrittura collettiva in cui la storia della nostra compagnia si colloca in una locanda degli anni Venti del Novecento dove, tra musicisti, ballerini ed intrattenitori, ad animare ed a tener compagnia agli avventori sarà idealmente la Tedacà del futuro. E’ uno spettacolo molto ironico con lo spettatore testimone diretto di quello che stiamo cercando di costruire, un gruppo di giovani chiamato in prima persona a sporcarsi le mani per piantare solide fondamenta su cui costruire la futura vita artistica".

Produzione Tedacà diretta da Simone Schinocca, Anni: 20 è progetto site specific con testo collettivo di Marco Musarella, Valentina Renna, Simone Schinocca e Livio Taddeo: in scena Francesca Bovolenta, Giulia Guida, Marco Musarella, Michela Paleologo, Valeria Pugliese, Valentina Renna, Simone Schinocca, Andrea Semestrali e Viviana Stizzoso. 
Appuntamento alle 20.30 a Tedacà bellARTE da giovedì 7 a sabato 9 aprile, da giovedì 21 a sabato 23 aprile, con biglietti spettacolo + cena a Euro 30: prenotazione all’email biglietteria@fertiliterreniteatro.com o contattando via telefono o Whatsapp il numero 331.39.10.441.
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