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Il presente si immagina con L’ESTINZIONE DELLA RAZZA UMANA
a cura di Roberto Canavesi
Emanuele Aldovrandi rilegge l’oggi con ironia, lucidità e grottesco surrealismo 
Torino, al Teatro Gobetti, da martedì 17 a domenica 29 maggio 2022
Le premesse sono vagamente kafkiane con l’arrivo di un virus che trasforma le persone in tacchini a modificare l’ordine di ogni cosa: sarà cosi anche per le due coppie protagoniste della storia, persone comuni, portatrici ognuna di una diversa posizione filosofica della vita, che si ritroveranno nell’androne di un palazzo assalite da domande, frustrazioni e paure.

L’estinzione della razza umana, testo di Emanuele Aldovrandi in prima nazionale al Teatro Gobetti per la stagione dello Stabile di Torino, è una sorta di esorcismo catartico e liberatorio con cui riflettere e metabolizzare sul nostro presente attraverso l’ironia e un pizzico di grottesco surrealismo, sempre servendosi di un linguaggio tragicomico con dialoghi affilati e serrati: "quando ho iniziato a lavorarci a gennaio 2020 - spiega Aldovrandi - ero appena diventato padre e mi stavo interrogando sul desiderio assurdo di generare altri esseri umani in un mondo che probabilmente non arriverà al 2050. Volevo scriverne attraverso personaggi che viaggiavano per il mondo, ma poi è arrivato il lockdown, io sono rimasto bloccato in casa e anche i personaggi, in un certo senso, sono finiti lì, nell’androne di un palazzo, durante una pandemia". Finzione e realtà, immaginazione e quotidianità, si fondono in un racconto che trae ispirazione dai litigi da bar o da social network per raccontare cinque esseri umani nel periodo di passaggio all’età adulta, scavando dentro di loro senza pietà per trovare l’ultima cosa a cui si aggrappano, quando tutto sembra franargli sotto ai piedi.

Un lavoro di gruppo concretizzatosi nei primi giorni di prove nel completamento con gli stessi interpreti della scrittura del testo, assecondando così una collettiva ricerca sulla "verità" e sulla "concretezza" di ciò che si stava definendo. Da subito si è concentrati sul capire lo stato d’animo di ogni personaggio e sul senso e la necessità di ogni passaggio in un surreale percorso, anche molto divertente a detta dei protagonisti, avendo sempre presente l’obiettivo di essere rigorosi nel viaggio verticale all’interno della visione del mondo dei personaggi. "La ricerca a cui mi riferisco - conclude l’autore e regista - consiste proprio in questo: affrontare percorsi profondi in modo diretto, senza rifugiarsi in scorciatoie formali, ma articolandoli in una serie di snodi semplici che progressivamente ne restituiscano la complessità, con l’obiettivo di mettere in crisi il proprio punto di vista, e quindi anche quello dello spettatore, non attraverso la scomposizione, ma attraverso l’iperestensione".

Produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale / Associazione Teatrale Autori Vivi, in collaborazione con La Corte Ospitale – Centro di Residenza Emilia-Romagna, L’estinzione della razza umana scritto e diretto da Emanuele Aldovrandi vedrà in scena Giusto Cucchiarini, Eleonora Giovanardi, Luca Mammoli, Silvia Valsesia, Riccardo Vicardi: due settimane di repliche al Teatro Gobetti martedì, giovedì e sabato alle 19.30, mercoledì e venerdì alle 20.45, la domenica alle 15.30 con biglietti ad Euro 28 ed Euro 25. Info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.
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