Dopo il precedente lavoro sulla memoria collettiva di una comunità (Souvenir di Lugano. Ricordo di Lugano), in viaggio di città in città, si tratta ora di un nuovo laboratorio della collettività dove protagonista è il coro, la moltitudine, “che riunisce tutti in un apparente unica riflessione, dove ognuno può includere la propria voce o il proprio silenzio”.
Il tema di Su l'Umano sentire (cap.2) - Maneggiare con cura verte sul concetto di mancanza, assenza, affidato alle parole di persone che la compagnia ha incontrato e intervistato. Protagonisti sono personaggi che non conosciamo, che non ci appartengono, almeno apparentemente, ma che rappresentano l’archetipo di ogni nostra ricerca.
La mancanza diventa “il luogo e il tempo in cui il pensiero o l’azione, si dedica fermamente a far vivere l’assenza, rendendola presente, nel continuo rimando a qualcuno o qualcosa. Un’assenza che fa compagnia. Un vuoto che diventa pieno di attesa. Intorno alla mancanza il dimenticato si rende visibile. Quando la mancanza è incolmabile allora è perdita di ciò che non è più. La mancanza sa di non potersi tradurre in ricerca di esaudimento, sarebbe realizzazione dell’impossibile, perché la mancanza ha il tratto assoluto del desiderio – mancante di forza propulsiva, che si trasforma in attesa passiva. È così che la mancanza diventa opposta al bisogno, che può essere appagato”.