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Lo scontro di genere, oggi, abita una CASA DI BAMBOLA…
a cura di Roberto Canavesi
Filippo Dini dirige il classico ibseniano per l’apertura di stagione dello Stabile di Torino
Torino, al Teatro Carignano, da lunedì 4 a domenica 31 ottobre 2021
Corsi e ricorsi storici anche a teatro se è vero che la prima rappresentazione italiana di Casa di bambola di Henrik Ibsen, scritta nel 1879 durante un soggiorno del suo autore ad Amalfi, avvenne proprio a Torino nel lontano 1889 quando Emilia Aliprandi la propose assieme al marito Vittorio Pieri al Teatro Gerbino, gloriosa sala ottocentesca demolita nel 1905: a distanza di più di un secolo, e dopo innumerevoli altri allestimenti, il dramma dello scrittore norvegese ritorna protagonista per l’inaugurazione della stagione 2021/22 del Teatro Stabile di Torino con la versione diretta da Filippo Dini in scena per tutto ottobre al Teatro Carignano.

Testo dal destino a dir poco tormentato, da subito malvisto per il carattere protofemminista della sua eroina Nora Helmer, un’incompresa sposa-bambina disposta a lasciare marito e figli per conquistare la propria indipendenza, Casa di bambola non andò incontro ad un immediato successo, vittima di consolidati pregiudizi della società di fine Ottocento per la quale i vincoli del matrimonio erano sacri: se il riscontro non fu subito positivo, il successo era comunque nell’aria e nel Novecento il testo di Ibsen riuscì finalmente ad affermarsi in tutta la sua potenza e modernità, ancor oggi rinnovando il tema della fedeltà alla vita come valore assoluto morale, al di fuori del quale non esiste possibilità di salvezza. "Il mistero che avvolge la donna, da sempre, nella letteratura, come nella pittura e in definitiva, in tutte le arti - scrive Filippo Dini - è perennemente legato al giudizio dell’uomo su di lei. La definizione del suo mistero non la si può scindere da colui che lo ha inventato e quindi dichiarato e demonizzato, ovvero l’uomo": depositaria di un mistero-segreto che in un’interpretazione maschile diventa ingiustificabile colpa, Nora Helmer con la sua condotta non si libera tanto di un marito incompreso o incapace di capirla, semmai risalta per la sua capacità di far emergere quella reciproca diffidenza che ha sempre caratterizzato il ménage coniugale, ancor oggi per molte coppie tra le cause più profonde di possibili crisi. 

Seguendo una lettura più incline all’attualizzazione del personaggio, che non a consolidati modelli interpretativi, Dini ne immagina una versione prossima alla contemporaneità, unica strada per mettere in risalto la preveggente lettura del drammaturgo scandinavo: "con straordinario anticipo sulla storia - conclude il regista - Ibsen ci metteva in guardia in merito a ciò che sarebbe potuto scaturire da quella mancanza di reciproca comprensione: quel vuoto fra i due sessi, quella differenza di coscienze ha generato l’epoca contemporanea e ha detonato una guerra fredda disperata, caotica e spesso fatta di prepotenza e fragilità che non sappiamo più definire". Definito un contesto il più possibile depurato dalle stratificazioni femministe da sempre vicine al personaggio di Nora, non resta che concentrarsi sulle ipocrisie di un’esistenza coniugale solo apparentemente rispettabile: un dualismo cruciale fra uomo e donna oggi attualissimo, e in gran parte tutto da risolvere, per il quale Dini si ritaglia il ruolo del marito Torvald Helmer, affidando a Deniz Özdoğan il compito di far rivivere la Nora Helmer dei giorni nostri.

Produzione Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale diretta da Filippo Dini, Casa di bambola di Henrik Ibsen vedrà in scena Filippo Dini, Deniz Özdoğan, Orietta Notari, Andrea Di Casa, Eva Cambiale e Fulvio Pepe: un mese di repliche al Teatro Carignano, martedì, giovedì e sabato alle 19.30, mercoledì e venerdì alle 20.45, la domenica alle 15.30, con biglietti ad Euro 37 ed Euro 34. Info allo 011.51.69.555 o all’800.235333 con vendita ondine su www.teatrostabiletorino.it.
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