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Per grandi e piccini è tempo de LA BELLA E LA BESTIA
a cura di Roberto Canavesi
La magia del teatro unita al linguaggio universale della fiaba
Torino, al Teatro Carignano, da giovedì 10 gennaio a domenica 12 maggio 2019
Avventura lunga quattro mesi per raccontare una delle fiabe più conosciute della letteratura d’infanzia: anche quest’anno il Teatro Stabile di Torino dedica uno spazio particolare alle fiabe che prenderà vita nella cornice unica, suggestiva e magica del Teatro Carignano con La bella e la bestia, adattamento da Jeanne-Marie Leprince de Beaumont presentato con la regia di Alba Maria Porto: in settimana al mattino per le scuole, nei week end repliche per le famiglie, il racconto di Leprince de Beaumont rivivrà nel tradizionale appuntamento con il teatro ragazzi che lo Stabile torinese affida quest’anno alla regista siciliana con cui abbiamo conversato per indagare le coordinate dell’intero progetto. 

Quali le motivazioni che ti hanno indotto a scegliere La bella e la bestia nella sconfinata galleria di fiabe per l’infanzia? 
"Premesso che quando mi è stato chiesto di lavorare al progetto ho avuto carta bianca nella scelta nel titolo, ho optato per La bella e la bestia in quanto testo cui sono molto legata sin da bambina per la storia d’amore che racconta con particolare attenzione alla possibilità di realizzare un cambiamento della propria natura ed indole attraverso l’incontro con l’altro. Considero altresì il testo molto attuale in quanto depositario di storia e messaggi che sintetizzano una condizione ancor oggi di patrimonio di molte persone”. 

La fiaba di Leprince de Beaumont è un inno al coraggio ed alla possibilità di trovare piena realizzazione dei propri sogni andando oltre le semplici apparenze: dove, secondo te, gli elementi di maggior attualità per il pubblico di oggi? 
Nel testo originale la parte che ben si presta ad una lettura contemporanea è la presenza dell’eroina, figura femminile per una volta non immaginata come principessa da salvare ma storia di una donna coraggiosa che si ritrova vivere quotidianità ed affetti in maniera consapevole per una sorta di salto nell’ignoto: a questo si aggiungano innata curiosità, sguardo coerente e pragmatismo di una donna che va incontro al suo destino con modalità decise ed adulte. Ed ancora, nella fiabe originale, Bella patisce le feroci gelosie della sorelle che soffrono il suo rapporto con il padre, ed io, da sorella minore, ho sempre reputato interessante poter indagare i meccanismi sottostanti dinamiche famigliari ancor oggi molto sentite”. 

Sul piano strettamente teatrale quale adattamento si è reso necessario da parte tua e di Giulia Ottaviano? 
"Siamo partite dalla fiaba e dal presupposto di svecchiarla ed attualizzarla connotando in chiave moderna il luogo ed il tempo dell’azione al pari del linguaggio dei personaggi: si è così scelto di utilizzare una lingua il più vicino possibile alla parlata contemporanea, senza però dare determinazioni spazio temporali troppo precise.
Ha così preso forma un percorso che parte dalla fine, dal balletto nuziale riferito dalle sorelle protagoniste di un flaschback narrativo all’interno del quale prenderà forma il resto della fiaba: la nostra attenzione si è poi anche concentrata sulla figura del padre, inizialmente uomo pauroso, del tutto privo delle qualità morali ed intellettuali della figlia, per poi diventare alfiere di un messaggio di libertà, dimostrandosi uomo di grande coraggio nell’assecondare le scelte di vita di Bella. Da ultimo, per Bestia non si è ricorso ad una mostruosità fisica, se ne sono semmai alterati i lineamenti del viso con una maschera, concentrandoci sull’estenuante tira e molla che caratterizza il suo rapporto con Bella al termine del quale avviene il fatidico incontro che vedrà protagoniste le musiche originali di Elio D’Alessandro
”.

Quali credi possano essere, o ti auguri che siano, le reazioni del pubblico di gradi e piccini che assisteranno al tuo spettacolo? 
"In generale una reazione divertita consapevole di come l’effetto comico sul pubblico dei più piccoli possa scaturire da pretesti di grande semplicità: al tempo stesso ci piacerebbe che i nostri giovanissimi spettatori si sentissero parte integrante dello spettacolo, per cosi dire protagonisti di un meccanismo in cui potersi riflettere e riconoscere”

Cosa ha rappresentato per te, attrice e regista poco più che trentenne, lavorare insieme ad attori tuoi coetanei se non addirittura alle primissime esperienze professionali? 
"Detto della grande professionalità di tutti i componenti la compagnia, quello realizzato è innanzitutto un lavoro di squadra, esito finale di un percorso collettivo in cui il singolo ha potuto mettere a fattor comune personali contributi in termini di idee e progettualità: è mia prassi cercare di responsabilizzare il più possibile i singoli attori cui, date le necessarie coordinate di azione nel pieno rispetto dei ruoli, lascio il necessario margine di libertà interpretativa per far sì che possa emergere in assoluta libertà la loro autorialità d’interprete”. 

Produzione Teatro Stabile di Torino–Teatro Nazionale dalla fiaba di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont, con adattamento di Giulia Ottaviano ed Alba Maria Porto, sua anche la regia, La bella e la bestia vedrà in scena Federica Dordei, Andrea Fazzari, Marco Imparato, Camilla Sandri e Valentina Spaletta Tavella: al Teatro Carignano, fino a domenica 12 maggio con biglietti a Euro 5, con repliche mattutine per le scuole e nei fine settimana secondo quanto indicato sul sito www.teatrostabiletorino.it.
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