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Recensione di: Amore e ginnastica
Se una cosa lascia in eredità l'Amore e Ginnastica adattato da Stefano Massini per Silvia Frasson, è la convinzione della sottile differenza che a teatro esiste tra una “narratrice” ed una “narrattrice”: quel che la prima racconta, la seconda interpreta, servendosi di semplici componenti quali mimica, gestualità, modulazione della voce. A questa categoria appartiene di diritto l'attrice toscana, splendida protagonista del viaggio all'interno delle pagine di un Edmondo De Amicis assai lontano dalle atmosfere di Cuore.
Accompagnata dalle sonorità musicali del bravo Tommaso Ferrini, la Frasson convince per come da vita alla frenetica quotidianità di fine Ottocento che scandisce l'andirivieni in un elegante palazzo nel centro di Torino: una cornice solo in apparenza anonima per il divertente resoconto della romantica storia d'amore che vede protagonisti Maria Pedani, avvenente maestra di ginnastica, ed il timido ed impacciato ex seminarista Celzani. Una liason d'altri tempi alimentata da lettere e da sguardi rubati, da sospiri e da gelosie, che rende sempre più simpatici ed umani due potenziali innamorati destinati a sorprendere il pubblico fino all'ultima battuta: corollario ai tentativi di avvicinamento del Celzani, grotteschi approcci realizzati con modalità ora goffe ora sfrontate, ecco spuntare dal nulla la variegata umanità che popola i diversi piani del condominio. Ed è proprio nella rappresentazione di questo microcosmo popolato da religiosissime zitelle e da bambini stonati, da invadenti coinquilini come da pettegoli vicini, che Silvia Frasson rasenta la perfezione con un'interpretazione giocata su continui cambi: la voce più stridula o il corpo inarcato, l'accenno di un canto o la voce all'improvviso “sparata”, basta un attimo per cambiar maschera e vestire i panni del nuovo personaggio di cui la scena restituisce sempre credibilità e verità.
 
Prodotto dal fiorentino Teatro delle Donne, Amore e Ginnastica è spettacolo per il quale sarebbe auspicabile una vita scenica ben più longeva di quella che, fino ad oggi, le spesso imcomprensibili logiche di mercato e distribuziuone sembrano avergli riservato. Se vi capita, da vedere!
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