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Tutti eroi in Ruy Blas. Quattro quadri sull’identità e sul coraggio
a cura di Roberto Canavesi
Visto al Castello di Rivoli venerdì 10 novembre 2017
Adattamento del Ruy Blas di Victor Hugo 

Regia di Marco Lorenzi: visual concept Eleonora Diana

Con Yuri D’Agostino, Francesco Gargiulo, Barbara Mazzi, Anna Montalenti, Alba Maria Porto, Angelo Maria Tronca 

un progetto promosso da Tedacà da un’idea de Il Mulino di Amleto in collaborazione con Kataplixi Teatro con il supporto dell’Alliance Française di Torino e della Residenza Multidisciplinare Arte Transitiva a cura di Stalker Teatro/Officine Caos
con il contributo di SIAE – Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura
Esistono spettacoli che non dovrebbero rappresentarsi in un teatro: controsenso? Provocazione? Niente di tutto questo, solo il riconoscimento di una natura “performativa” che diventa cifra stilistica essenziale nella definizione del lavoro. È questo il caso di Ruy Blas. Quattro quadri sull'identità e sul coraggio, progetto Il Mulino di Amleto e Kataplixi Teatro che Marco Lorenzi realizza con un gruppo di attori ispirandosi alla tragedia di Victor Hugo.

Al debutto assoluto in un'elegante stanza del Castello di Rivoli, Ruy Blas è operazione tanto ardita quanto suggestiva, con il pubblico delimitare a ferro di cavallo lo spazio scenico al cui interno prende forma un manifesto del teatro romantico europeo: consapevoli di come rappresentare oggi i versi di Hugo sarebbe non poco rischioso, Lorenzi ed i suoi ragazzi scelgono la strada della (solo apparente) leggerezza per una tragedia che diventa commedia per poi chiudere da tragedia. 
Nessun orpello scenico, una fila di neon sul pavimento, qualche sedia, uno schermo pronto a diventare tavolo ed il gioco è fatto: complici un paio di spiazzati spettatori la scena diventa un ring, spazio fisico e mentale per raccontare della corte spagnola con tanto di funzionario ad ordire ambigue trame per vendicarsi della regina, coinvolgendo un lacchè, in segreto innamorato della sovrana, di cui si servirà sotto mentite spoglie. 

Novanta minuti tutti energia che gli applauditi Yuri D'Agostino, Francesco Gargiulo, Barbara Mazzi, Anna Montalenti, Alba Maria Porto ed Angelo Tronca realizzano muovendosi tra passato e presente, tra poetici versi di Hugo ed affondi di scherma, tra smartphone e danze accennate davanti all'asta di un microfono: un manifesto dell'attorialità nuda e cruda con l'interprete chiamato a “spogliarsi” delle strutture mentali per dar senso ad ogni singolo gesto ed azione, esito finale di un percorso di ricerca attorno la figura dell'attore che non perde mai di vista la traccia originaria. 

Uscendo dalla sala è forte la sensazione che Ruy Blas. Quattro quadri sull'identità e sul coraggio sia ancora, e forse sarà sempre, un work in progress, poetico e divertente cantiere teatrale aperto a nuove soluzioni che possano scaturire negli spazi ed ambienti in cui prenderà forma: una suggestione, o magari la speranza che il lavoro non finisca imprigionato tra le quattro mura di un teatro, ma possa rivivere in tutta la sua sua freschezza ed energia nei luoghi più diversi e non convenzionali.
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