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Le Baccanti a tempo di rock 
a cura di Roberto Canavesi
Visto al Teatro Carignano di Torino martedì 5 dicembre 2017
adattamento e regia Andrea De Rosa. 

con Marco Cavicchioli, Cristina Donadio, Ruggero Dondi, Lino Musella, Matthieu Pastore, Irene Petris, Federica Rosellini, Emilio Vacca, Carlotta Viscovo: e con le allieve della Scuola del Teatro Stabile di Napoli Marialuisa Bosso, Francesca Fedeli, Serena Mazzei. 

scene Simone Mannino; costumi Fabio Sonnino; luci Pasquale Mari; sound designer G.U.P. Alcaro; musiche originali G.U.P. Alcaro e Davide Tomat; cura del movimento Alessio Maria Romano.

 l’adattamento del testo si basa sulla traduzione di Davide Susanetti pubblicata da Carocci Editore 

Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Napoli - Teatro Nazionale, Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia.
Parole e suoni sono il marchio di fabbrica del teatro di Andrea De Rosa, regista napoletano che con Le Baccanti  scrive un nuovo capitolo nel percorso di riscoperta dei grandi classici: parole e suoni, si diceva, che spesso incrociano il proprio destino con la tragedia antica a partire dall'ormai lontana Elettra di Hugo von Hofmannsthal con Frédérique Loliée ispirata interprete ed il pubblico, dotato di cuffie, ad entrare nelle sonorità di Hubert Westkemper; ed ancora, in tempi più recenti, il Falstaff con il debordante Giuseppe Battiston o la Fedra cui Laura Marinoni dava voce all'interno di un box trasparente dove consumare l'incestuosa passione. 

Letture contemporanee, quelle di De Rosa, cui anche Le Baccanti portano il loro prezioso contributo, con la scelta di affidare il ruolo di Dioniso ad un'androgina Federica Rosellini, creatura fuori dal tempo e dallo spazio che al centro della scena scandisce all'asta di un microfono tempi e ritmi del drammatico racconto che vedrà il re Penteo finir sbranato dalla madre Agave e dalla torma di baccanti: muovendosi sul concetto di equivoco, De Rosa costruisce l'interessate partitura che la drammaturgia sonora di G.U.P. Alcaro e Davide Tomat fanno esplodere in tutta la sua vibrante energia. Un crescendo di musica e suoni che si interrompe solo negli ultimi venti minuti, non a caso quelli in cui la vendetta del dio Dioniso si compie con l'efferato crimine di Agave, una Cristina Donadio tanto sanguinaria quanto disperata pronta a smembrare il figlio scambiato per un leone.

E se il Penteo di Lino Musella incarna la volontà di rimanere fedele ad una visione etica e razionale dell'esistenza, arrivando persino a travestirsi da donna nel tentativo di indagare l'universo delle baccanti per ripristinare lo status quo, è proprio il Dioniso di una Rosellini in stile Patty Smith ad incarnare l'elogio del piacere quale unico rimedio alla generale apatia che segna il nostro quotidiano: allora come oggi, sembra suggerirci De Rosa, la tentazione è dietro l'angolo, e quello che i tempi attuali traducono nell'idea di trasgressione, qui si risolve nella contrapposizione tra divino ed umano, lotta impari cui nulla serviranno gli ammonimenti di vecchi saggi come l'anziano re Cadmo di Ruggero Dondi, o l'indovino Tiresia di Marco Cavicchioli. 

Le Baccanti, affresco classico in chiave moderna per un messaggio di spiazzante attualità dove l'immancabile Coro delle magnetiche Irene Petris e Carlotta Viscovo diventa tutt'uno con le seminude baccanti nel farsi portavoce di quel messaggio divino destinato a stravolgere l'ordine della cose umane.
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