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Italian & American Playwrights Project, per un teatro d’autore
a cura di Donatella Codonesu
Da New York a Roma il progetto per la diffusione della drammaturgia contemporanea
Promosso da The City University of New York e Umanism, il PP nasce dal gemellaggio di Italia e USA e mira a creare la filiera da autore a produttore
L’idea di fondo è quella di un teatro che parta dalla scrittura, da cui la necessità di focalizzare l’attenzione sulla figura dell’autore e sostenerlo nel difficile percorso che l’opera compie per arrivare alla messa in scena. Queste le premesse che danno vita all’innovativo Italian & American Playwrights Project, varato a New York nel 2015 e che ora si avvia alla seconda fase in Italia. Ecco, in sintesi, come si sviluppa: sulle opposte sponde dell’Oceano due panel di giornalisti, registi, autori ed operatori teatrali sono chiamati a selezionare una rosa di testi teatrali, i cui estratti tradotti verranno presentati, in forma di mise en espace, nel corso di una giornata dedicata all’incontro fra autori e produttori, editori, agenti letterari. Nei mesi successivi la traduzione integrale delle opere viene quindi completata e data alla stampa.

Ideatori e curatori dell’I&APP sono Frank Hentscheker, direttore del Martin Segal Theatre Center at CUNY (The City University of New York), e Valeria Orani, direttrice artistica di Umanism NYC e di 369gradi in Italia, con il supporto dell’Istituto Italiano di Cultura di New York e del Teatro Vascello, che ne coproduce la realizzazione italiana insieme a 369gradi.

L’obiettivo, spiega Valeria Orani, è quello di “creare la filiera dell’internazionalizzazione per gli autori teatrali dei paesi coinvolti, che potranno essere supportati nella promozione e nella diffusione del testo”. Grazie a un progetto che oggi vede direttamente coinvolti traduttori, editori e promotori, e che in futuro diventerà “un luogo, non necessariamente virtuale, dove l’autore possa trovare gli strumenti per autopromuoversi e tracciare la via verso la produzione”. Il piano di sviluppo comporta la creazione di un database per la condivisione delle opere e l’incontro (non necessariamente virtuale, appunto) dei principali soggetti coinvolti, `dando anche origine a residenze che permettano il lavoro congiunto di autori e traduttori, perchè per la traduzione e l’adattamento è fondamentale la conoscenza diretta del milieu in cui l’opera è ambientata`.

Nel 2015, l’edizione pilota dell'Italian Playwrights Project, coordinato dal giornalista Graziano Graziani, ha già determinato la presentazione a New York di quattro testi, selezionati prendendo in considerazione i lavori premiati nelle ultime tre edizioni di prestigiosi premi italiani alla drammaturgia: Ubu, Riccione, Hystrio (oggi questa logica vincolante è stata abbandonata). Autori e opere, le cui traduzioni in inglese sono oggi raccolte in un volume che ne permetterà la diffusione in America, sono noti alle scene italiane: “Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni” di Daria Deflorian & Antonio Tagliarini, “Il Guaritore” di Michele Santeramo, “I vicini” di Fausto Paravidino e “Origine del Mondo” di Lucia Calamaro.

L’anno successivo, mentre i traduttori erano al lavoro, una Special Edition del progetto dedicata a Stefano Massini, ha quindi visto la presentazione a NY dell’autore e di una lettura dal suo “Qualcosa sui Lehman”, diretta da Marco Calvani (coinvolto anche nel panel USA). Il prossimo 4 dicembre l’Italian Playwright Project vedrà a New York la mise en espace di estratti tradotti dei tre testi italiani selezionati. Specularmente gli estratti tradotti di tre testi di autori statunitensi, ancora in fase di selezione, saranno presentati come American Playwrights Project il 12 e 13 dello stesso mese presso il Teatro Vascello di Roma. Le traduzioni integrali saranno quindi stampate e distribuite in Italia nel corso del 2019.

Il Playwrights Project nasce con finalità e strategie chiare: basato sulla precisa scelta di spostare l’attenzione sulla drammaturgia contemporanea e la sua internazionalizzazione, potrebbe concretamente contribuire a dare nuovi spunti al teatro italiano. A patto che gli autori in primis e quindi tutte le altre figure coinvolte ne comprendano e condividano la missione.
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