immagine home.jpg
Alla ricerca del sereno per `Il cielo su Torino`.
Torino: al Teatro Gobetti, da martedì 3 a domenica 15 gennaio 2017, terza edizione per la rassegna dedicata alla compagnie sostenute da Sistema Teatro Torino.
Sulla definizione di “giovani compagnie” si potrebbe discutere a lungo secondo una prassi teatrale, molto diffusa, di considerare eternamente giovani gruppi di artisti dai già significativi curricula, oltrechè in alcuni casi di un'eta anagrafica non più così imberbe: classificazioni a parte, il 2017 dello Stabile torinese si inaugura con la terza edizione de Il cielo su Torino, la rassegna dedicata alle compagnie sostenute da Sistema Teatro Torino con cinque spettacoli in prima nazionale replicati, ciascuno per due sere, nella sala del Teatro Gobetti.
Primo titolo in programma, martedì 3 alle 19.30 e mercoledì 4 alle 20.45, Orlando. Le primavere che Silvia Battaglio idea, dirige ed interpreta, insieme a Lorenzo Paladini, ispirandosi all'omonimo romanzo di Virginia Woolf: creatura in eterno divenire, fortemente ancorata ai temi dell’identità e dell’appartenenza, Orlando diventa ideale tramite di valori unici quali amore, verità, onestà. “Orlando è un nobile e sensibile fanciullo inglese - scrive la Battaglio - che attraversa l’esistenza dal 1600 per oltre tre secoli trasformandosi in una donna, facendo esperienza del mondo, dell’umano e dei cambiamenti, con la leggerezza dell’artista naif e la profondità dell’eroina romantica”. Ed è proprio ripercorrendo e rivivendo le sue innumerevoli primavere che arriverà a sperimentare, anche attraverso una serie di fondamentali incontri, quella ricerca e quella consapevolezza di sé propria di ogni individuo.
A seguire, venerdì 6 alle 15.30 e sabato 7 alle 19.30, spazio a S.O.S. Storia di un'Odissea psicosomatica, monologo scritto a quattro mani dall'interprete Aurélia Dedieu e da Giuseppe Vetti, sua anche la regia: una giovane artista francese dalla formazione teatrale e musicale, ed un performer e regista da anni impegnato nell'universo della clownerie, per una pièce che assumerà i contorni di un “viaggio allucinante” dove al posto della navicella micronizzata si incontrano strani abitanti dei nostri organi, che agevolano la comprensione dei sottili fili che uniscono cuore, mente e corpo. “Intestino, utero, stomaco - scrivono gli autori - sistema ormonale, fegato, cuore, cervello: dalle periferie alla sala macchine del nostro organismo, in un crescendo paradossale di clownerie, canto, gag, danza e pantomime, la protagonista cercherà di entrare in sintonia con se stessa”.
Terzo titolo in cartellone, lunedì 9 e martedì 10 alle 19.30, Elettra di Hugo von Hofmannsthal, con la regia di Giuliano Scarpinato e l'interpretazione di Elena Aimone, Anna Charlotte Barbera, Lorenzo Bartoli, Elio D’Alessandro, Raffaele Musella, Giulia Rupi, Eleonora Tata, Francesca Turrini e Valentina Virando: figlia dell'amatissimo padre Agamennone, reduce dell'eroiche imprese della guerra di Troia, Elettra vive per vendicarne l’ignobile assassinio ad opera della madre Clitennestra e dell’amante di lei, Egisto. Nella versione di Hofmannsthal la saga dell'amore filiale per definizione diventa un “thriller dell’anima” dal ritmo incalzante e forsennato con un rapido ed ininterrotto succedersi di sequenze dal taglio cinematografico: al centro dell'attenzione dei più svariati autori, dai tragici greci a Giraudoux, passando per de Crebillon, Yourcenar, O’Neill, il mito di Elettra nella rilettura del drammaturgo austriaco mette in luce l’inadeguatezza della giovane e del fratello Oreste tanto nel compiere la propria vendetta, quanto nel mettere a punto e portare a termine una missione eroica animata da ideali universali. “La parola dell’autore è molto alta e molto poetica - è scritto nella presentazione - e rischia di imbrigliare l’attore: Scarpinato fisicizza i personaggi, lavora sulla loro intimità, sul loro eros, sulle caratteristiche della loro età, cercando di cucire addosso agli attori dei corpi che siano vibranti e dentro cui le parole risuonino non vuote, non vecchie”.
Penultimo titolo della rassegna, mercoledì 11 alle 20.45 e giovedì 12 alle 19.30, le Variazioni sulla libellula. Allegro ma non troppo che Camilla Sandri e Roberta Lanave dirigono ed interpretano ispirandosi a Storia di una malattia e La libellula (Panegirico della libertà) della poetessa Amelia Rosselli, a vent'anni dalla sua scomparsa: un lavoro a più facce sviluppato in un trittico di suggestivi movimenti. E se in Storia di una malattia si assiste alla testimonianza di quella che fu definita “un’insolita esperienza esistenziale”, scorgendone la fragile natura della Rosselli, schizofrenica e paranoide, in La libellula (Panegirico della libertà) si abbandona la prosa per abbracciare una scrittura in versi liberi, circolare come il moto delle ali che le libellule usano per volare, un vortice a cui abbandonarsi, seguendo solo la musicalità dei versi: da ultimo Prove di volo, epilogo e liberazione che segna la tragica fine della poetessa. Dando corpo e voce alle due anime della Rosselli, le interpreti in scena arriveranno alla definizione di un’identità femminile alla prenne ricerca di un linguaggio autentico nei meandri della creazione, della perdita e dell’amore: una prova d'attore che le metterà di fronte a quello stesso senso di vulnerabilità e incertezza, a quella stessa ricerca di autenticità propria del messaggio poetico dell’autrice.
Il sipario su Il cielo su Torino calerà sabato 14 alle 19.30 e domenica 15 alle 15.30 con Edith, progetto di Chiara Cardea ed Elena Serra: Edith Ewing Bouvier Beale e sua figlia Edith Bouvier Beale sono zia e cugina di Jacqueline Kennedy, figure simbolo della vita mondana newyorkese del secondo Dopoguerra presto diventate simbolo di scandalo e decadenza per l'esistenza condotta all'interno di quella dimora di Grey Gardens la cui quotidianità è raccontata in un memorabile documentario del 1975. “L’adattamento teatrale - è scritto nella presentazione - si concentra sul rapporto tra le due donne, fatto di recriminazioni e affetto, amore e odio: le due attrici hanno studiato e tradotto i dialoghi del film e approfondito la vicenda di Big Edie e Little Edie, scoprendo inaspettate analogie con la propria biografia artistica. Da questo lavoro nasce una drammaturgia originale che colloca il racconto teatrale su due livelli”: da un lato l'itinerario di una donna alla ricerca della propria indipendenza e di una madre quasi disincarnata, dall'altro il rapporto tra un’attrice alla ricerca della propria maturità creativa e una regista che guida, quasi invisibile, il suo percorso, in una tensione continua di complicità e contrasto. In perenne bilico tra sopravvivenza e follia, le due donne vivranno un'esistenza claustrofobica in cui, per paradosso, realizzano il loro sogno di libertà disponendo ed esponendo i loro corpi totalmente libere da ogni influenza sessuale.
Per tutti gli spettacoli biglietti ad Euro 27 ed Euro 24 con info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.
  • Silvia Battaglio e Lorenzo Paladini
    Silvia Battaglio e Lorenzo Paladini
  • Scheda Spettacolo
    Orlando. Le primavere
  • Scheda Spettacolo
    S.O.S. Storia di un'Odissea psicosomatica
  • Scheda Spettacolo
    Elettra
  • Scheda Spettacolo
    Variazioni sulla libellulla - Allegro ma non troppo
  • Scheda Spettacolo
    Edith
    archivio
    cookie law
    privacy