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La borghesia messa alla berlina ne IL GIARDINO DEI CILIEGI
a cura di Roberto Canavesi
Leonardo Lidi e la sua terza tappa del Progetto Čechov
Torino, al Teatro Carignano, da martedì 26 novembre a domenica 1 dicembre 2024
Prima Il gabbiano, poi Zio Vanja, da ultimo Il giardino dei ciliegi, per completare il viaggio immaginato da Leonardo Lidi come organico progetto intorno la figura ed il teatro di Anton Čechov: se per i più coraggiosi, sabato 30 novembre, è stata organizzata una Maratona Progetto Čechov con i tre allestimenti presentati in rapida successione, nelle restanti giornate sarà in scena Il giardino dei ciliegi, ultima opera del grande autore russo, scritta poco prima della Rivoluzione russa, nelle cui pagine il medico di Taganrog anticipa con spiazzante preveggenza i grandi cambiamenti sociali e l'emancipazione dei servi dai ricchi proprietari terrieri.

"Leggendo Il giardino dei ciliegi di Anton Čechov - scrive Leonardo Lidi - mi è sempre sembrato palese, e magari ho sempre sbagliato, che il nostro giardino è sinonimo di nostro teatro. E avendo avuto il progetto Čechov una validità politica dal suo principio, dal rientro post pandemico con Gabbiano per interrogarci su come ripartire nell'incontro con il pubblico, mi sembra stimolante chiudere il cerchio con questo testo così profondo nelle sue domande": lucida disamina dell'incapacità della borghesia di affrontare un presente sfuggente, il dramma porta in scena un'umanità chiamata a interrogarsi, senza trovare adeguate risposte, sul significato di azioni e parole spesso subite, più che agite e vissute in prima persona.

L'universalità di questi interrogativi, al pari delle differenti prospettive da cui lo spettatore può approcciare in preda ad un generale senso di disorientamento, si traduce nell'allestimento del regista piacentino in un giardino/teatro destinato a vivere solo nel ricordo dei suoi interpreti, divertente e corrosiva metafora del teatro e delle sue dinamiche: "un testo - conclude Lidi - che presenta a tratti monologhi più concettuali e smaccatamente filosofici rispetto ai precedenti, ma che continua a sballottarci da un personaggio all'altro, spostando la ragione su più punti e facendoci letteralmente girare la testa. Termineremo il viaggio confusi, pieni di domande e con pochissime risposte".

Ricetta forse neanche troppo segreta, farsi un po' beffa di sé stessi per suscitare curiosità e riflessioni nel proprio interlocutore, questa sembra essere la principale eredità del drammaturgo russo, scrittore eterno sopravvissuto al tempo che anche per le nuove generazioni dovrebbe rappresentare un assoluto riferimento per il teatro a venire.

Produzione Teatro Stabile dell’Umbria, Teatro Stabile Di Torino – Teatro Nazionale e Spoleto Festival Dei Due Mondi, Il giardino dei ciliegi di Anton Čechov nella traduzione di Fausto Malcovati con la regia di Leonardo Lidi vedrà in scena Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Alfonso De Vreese, Ilaria Falini, Christian La Rosa, Angela Malfitano, Francesca Mazza, Orietta Notari, Mario Pirrello, Tino Rossi, Massimiliano Speziani e Giuliana Vigogna: repliche al Teatro Carignano martedì 26 e giovedì 28 novembre alle 19.30, mercoledì 27 e venerdì 29 novembre alle 20.45, domenica 1 dicembre alle 16, con biglietti ad Euro 37 ed Euro 34. 
Per sabato 30 novembre è in programma la Maratona Progetto Čechov (Il gabbiano alle 11.30, Zio Vanja alle 15.00 e Il giardino dei ciliegi alle 18.30) con biglietto unico a Euro 50: info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.
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