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Si ragiona sull’oggi con il FESTIVAL DELLE MIGRAZIONI
a cura di Roberto Canavesi
I sei giorni torinesi della rassegna dedicata a migrazione ed inclusione
Torino, da martedì 27 settembre a domenica 2 ottobre 2022
Per il quarto anno l’autunno torinese assume i colori, i suoni e le atmosfere del Festival delle Migrazioni, settimana di incontri e performance promossa dalle compagnie teatrali A.M.A. Factory, AlmaTeatro e Tedacà per un dibattito in materia di migrazione ed inclusività: numerosi gli spazi urbani coinvolti, da San Pietro in Vincoli alla Scuola Holden, dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo alle sedi di Pastorale Migranti e Valdocco o il Giardino Pellegrino a Borgo Dora, per una pacifica invasione del suolo cittadino con ospiti e spettatori chiamati a confrontarsi su tematiche di interesse comune.

E se ricca è la sezione degli incontri e dei dibattiti, non meno lo è quella degli spettacoli con otto appuntamenti presentati nelle diverse sedi: martedì 27 settembre alle 20 ed alle 22 a San Pietro in Vincoli Giovanna Lombardi e Claudio Contartese, diretti da Mila Moretti, saranno in scena in Love’s kamikaze, pièce ambientata nel 2005 a Tel Avviv con l’ebrea Naomi ed il palestinese Abdul moderni Romeo e Giulietta nel racconto di una passione che travalica guerre e ideologie per un amore difficile e osteggiato, con una conclusione tanto inaspettata quanto dall’emblematica forza dimostrativa. 

Giovedì 29 settembre alle 21 alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, diretto da Girolamo Lucania, Alberto Boubakar Malanchino sarà in scena con Sid - Fin qui tutto bene, produzione Cubo Teatro e E20inscena per una serata esito finale dell’indagine su un quartiere multietnico della periferia torinese, caratterizzato da forti fragilità socio-economiche: quindicenne di origini algerine, Sid vive in una delle tante anonime periferie, nel mondo drogato della società dello spettacolo e delle apparenze di cui riferisce in un torrenziale monologo che è un grande concerto Hip Hop suonato dal vivo al cui interno scorrono schegge di vita e di bullismo con il ruolo di eroe affidato ad una generazione di ragazzi annoiati, di eterni vagabondi nei "templi del consumo".

La giornata di venerdì 30 settembre si apre alle 10 al Teatro Piccolo Valdocco con le Storie fragili di Olga Kalenichenko, performance nata da un laboratorio del 2018 realizzato con bambini ucraini e russi: nello spazio di trenta minuti si parlerà di guerra e della fragilità del mondo in un contesto allegorico dove tutti dovrebbero insegnare ai bambini fin dalla tenera età a non litigare tra loro, ad essere gentili, a mostrare rispetto, gentilezza e comprensione verso l'altro: in serata alle 21 al Teatro Valdocco sarà la volta di A come Srebrenica con Roberta Biagiarelli protagonista di una storia dove ragion di stato e interessi di politica internazionale hanno giocato a Risiko con la vita di migliaia di persone. Una serata per ricordare il genocidio di Srebrenica, senza dimenticare vittime e carnefici con uno spettacolo che dal debutto del 1998 è stato replicato per ben oltre 600 volte in Italia e all’estero, arrivando ad esser ospitato anche al Parlamento Europeo di Bruxelles.

Passando all’ultimo giorno del Festival, domenica 2 ottobre a San Pietro in Vincoli alle ore 16, Rasid Nikolic sarà in scena con il suo The Gipsy Marionettist, performance in cui l’attore e street performer racconta, con l’aiuto delle marionette che produce artigianalmente, del viaggio rocambolesco di una famiglia rom dalla Jugoslavia in guerra all’Italia: in una narrazione simbolica e divertente, davanti agli occhi dello spettatore sfileranno uno scheletrino scalpitante e focoso, una tigre famelica e dolcissima ed una misteriosa ballerina dal gusto orientale. A seguire, inizio previsto ore 20, sarà la volta del Radio Ghetto con Francesca Farcomeni in un progetto teatrale ideato per portare in scena, in una modalità performativa, l’archivio e l’esperienza di una radio partecipata vissuta dai volontari all’interno dei ghetti dei braccianti agricoli del foggiano: attraverso tracce audio e testimonianze dirette lo spettacolo diventa esplorazione sonora in un processo di "performazione dell’archivio" raccolto in anni di presenza nei ghetti.

L’ultimo titolo della sezione teatrale del Festival delle Migrazioni è in programma per le ore 21 alla Scuola Holden con Lacrime di sale, interpretato da Antonella Delli Gatti, per il racconto dell’esperienza umana e professionale di Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa che per oltre 25 anni ha accolto, curato e ascoltato migliaia di migranti arrivati sull’isola. La storia di un uomo che ha fatto proprie le sofferenze degli altri curandone tanto le ferite esteriori quanto quelle interiori, nel tentativo di restituire a ognuno di loro la dignità che gli spetta di diritto in quanto esseri umani.

Per tutti gli spettacoli del Festival delle Migrazioni ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria presente sul sito www.festivaldellemigrazioni.it.
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