Esito della rilettura drammaturgica di Lorenzo De Iacovo, sua anche la regia, il progetto è l’ultima tappa di una percorso di scavo che ha visto la compagnia torinese nel corso degli anni relazionarsi in modalità critica verso una "rivoluzione" da intendersi come desiderio di ribellione ad ogni forma di ordine precostituto che porta con sé il rischio di annullamento della propria identità e/o di livellamento generale verso una apatia prigioniera di spinte capitalistiche dove ogni forza ideale muore ancora prima di nascere: premesse teoriche, potrà pensare qualcuno, che nel caso di specie trovano subito riscontro pratico se è vero che lo stesso De Iacovo, imbattutosi nel testo di Camus, nell’ideazione del suo progetto ha voluto partire da una domanda molto concreta, arrivando a chiedersi su cosa sarebbe disposto a sacrificare la sua vita. "Non c’è - scrive il regista - una sola causa per cui sacrificherei la mia esistenza. Da questa spinta è nato lo studio sul testo, e per tenere viva questa frustrazione ho deciso, anche nella riscrittura originale, di mantenere il riferimento al testo di Camus ben in evidenza, perché nonostante la drammaturgia si discosti totalmente dalla pièce del 1949, il cuore della vicenda è sostanzialmente lo stesso: un gruppo di giovani che dicono no. Ma rifiutando, tuttavia non rinunciano".
E se nel testo di Camus si racconta di un gruppo di rivoluzionari intento a progettare l’assassinio del Granduca responsabile di tiranneggiare l’intera cittadinanza, la riscrittura sposta il punto di osservazione al presente ispirandosi ad un fatto di cronaca che vede un adolescente dar vita ad un progetto di disobbedienza civile, coinvolgendo l'intera comunità di cittadini, a difesa di un albero secolare prossimo all’abbattimento: il pubblico non si troverà di fronte ai buoni ed ai cattivi, a chi ha ragione a chi ha torto, semmai ad uno spaccato di società in cui ciascuno, dalla propria prospettiva, pensa di esse depositario della ragione.
Una lotta di matrice civile, scontro politico destinato a risolversi in un insuccesso per i giovani rivoluzionari, uomini e donne decisi ad occupare l’albero per impedirne il definitivo sradicamento in un confronto che vedrà l’intera cittadinanza schierarsi in opposte fazioni, decise ad affermare convinzioni personali a scapito dell’interesse collettivo.
Produzione A.M.A. Factory da un progetto di Crack 24, ispirata a I Giusti di Albert Camus con drammaturgia e regia di Lorenzo De Iacovo, I Giusti (o anche) quella per nulla scontata fatica di diventare grandi sotto gli occhi della gente vedrà in scena Alessandro Cassutti, Agnese Mercati, Federico Palumeri, Stefano Paradisi, Carola Rubino ed Elia Tapognani: repliche da giovedì 20 a sabato 22 aprile alle 21, domenica 23 aprile alle 19, con biglietti ad Euro 11 ed Euro 9 acquistabili in modalità online direttamente sul sito https://www.ticket.it/festival/nudi---stagione-2022-2023.aspx: informazioni ed assistenza all’email biglietteria@fertiliterreniteatro.com o al numero 334. 86.55.865.
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