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Tornano i Momix con Bothanica al Teatro Nuovo
Di scena i Momix con il loro ultimo spettacolo dal titolo “Bothanica “, dal 2 al 28 marzo al Teatro Nuovo di Milano. Lo spettacolo sottolinea la grande passione per il coreografo per la natura e l’ecologia. 
E’ prevista una mostra durante il periodo in cui la compagnia è a Milano (visibile nel foyer del teatro Nuovo) nella quale saranno esposte fotografie scattate da Pendleton (appassionato di fotografia) su temi naturalistici.
Ricorrono trent’anni di successi in Italia: i Momix debuttarono infatti al Teatro Nazionale di Milano nel 1980.
Lo spettacolo nasce dalla passione per la natura del coreografo Moses Pendleton, fondatore dei Momix. «Mi sono ispirato per prima cosa a Vivaldi e al suo ciclo delle Quattro Stagioni», dice infatti il coreografo. Lo spettacolo è diviso in due parti: Winter Spring (il nome delle due prime stagioni Inverno-Primavera, ma anche, in inglese, “lo slancio (spring) dell’inverno”) e Summer Fall (Estate-Autunno, ma anche “la caduta dell’estate”). Le coreografie sono un insieme di elaborati giochi ottici, intessuti di efficaci strutture dinamiche proprie della modern dance americana. Il panorama sonoro è impressionante per varietà: ben trentacinque diverse fonti sonore. C’è però anche il desiderio di trarre lezione dall’osservazione della natura nel senso, appunto, un po’ ingenuo e forse ancora “hippy” del termine. «Questa è l’essenza dei Momix: si vede un fiore in un uccello, un essere umano in una roccia, una donna in un uomo. Bisogna usare la fantasia, l’immaginazione, la creatività. Nei nostri spettacoli cerchiamo di provocare quella che io chiamo “optical confusion”: un modo per eccitare i nervi del cervello e stimolare la creatività». 
“La pianta concentra tutta la propria esistenza verso un unico scopo: spuntare dal terreno per sfuggire alla calamità sotterranea; eludere e trasgredire una legge misteriosa ed opprimente, liberarsi, strapparsi dalla morsa soffocante, immaginare o invocare ali per scappare il più lontano possibile, affrancarsi da uno spazio in cui il destino l'ha relegata ed accostarsi ad un'altra realtà, entrare a far parte di un mondo emozionante e vivido”. 


Maurice Maeterlink, L’Intelligenza dei Fiori. 
 
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