“Nella Germania nazista del 1936 - è scritto in sede di presentazione - le strade sono piene di uomini in uniforme: presto si comincerà a sparare, e le Olimpiadi sembrano fermare il tempo e la storia”: in un crescendo di tensione alimetato dall'imminente incontro tra uomini e donne di culture e popoli diversi, spiccano storie destinate a diventare simboli al di là del significato sportivo. A partire dall'epopea di Jesse Owens, un afroamericano che vince quattro ori e non riceve dal presidente degli Stati Uniti nemmeno un telegramma di felicitazioni, per arrivare a Sohn Kee-Chung, maratoneta coreano costretto a correre sotto la bandiera giapponese: atleti, in taluni casi campioni assoluti, ma soprattuto uomini che faranno comprendere, agli stessi gerarchi decisi nel trasformare i Giochi olimpici nell’apoteosi della razza ariana, come quelle gare e quelle vittorie potessero trasformarsi nel simbolo dell’uguaglianza e del rispetto.
Un chiaro messaggio destinato a risolversi sul palco nella suggestiva miscela di differenti linguaggi, in una narrazione civile ed emozionale, raccontata servendosi dell'utilizzo della musica, di canzoni dell’epoca e del non trascurabile apporto legato alle immagini di Leni Riefensthal.
Prodotto dal TieffeTeatro Milano, con in scena Federico Buffa, i musicisti Alessandro Nidi, Nadio Marenco e la cantante Cecilia Gragnani, per Le Olimpiadi del 1936 repliche venerdì alle 20.45, sabato alle 19.30 e domenica alle 15.30: biglietti ad Euro 27 ed Euro 24 con info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.
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