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La vita, questa sconosciuta, ne LA GATTA SUL TETTO CHE SCOTTA
a cura di Roberto Canavesi
Visto al Teatro Carignano di Torino giovedì 1 maggio 2025
di Tennessee Williams 

traduzione Monica Capuani; regia Leonardo Lidi 

con Valentina Picello, Fausto Cabra, Orietta Notari, Nicola Pannelli, Giuliana Vigogna, Giordano Agrusta, Riccardo Micheletti, Greta Petronillo, Nicolò Tomassini 

scene e luci Nicolas Bovey; costumi Aurora Damanti; suono Claudio Tortorici; assistente regia Alba Maria Porto 

Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale 

La gatta sul tetto che scotta viene presentato per gentile concessione de la University of the South, Sewanee, Tennesee.
Non miagola ma ruggisce La gatta sul tetto che scotta che Leonardo Lidi fa rivivere sul palco, quasi una rarità per la scena italiana, servendosi della nuova "aggressiva" traduzione di Monica Capuani capace di svecchiare un lessico altrimenti impolverato dagli anni: da sempre segnato da alterne fortune, anche per alcune discutibili riletture contemporanee alla sua pubblicazione, il teatro di Tennessee Williams riesplode in tutto il carico di spiazzante violenza, portando a galla tematiche tabù a metà Novecento come sesso ed omosessualità, ipocrisia e conformismo.

Nella diafana scena di Nicolas Bovey, interno claustrofobico senza vie d'uscita cui si accede attraverso una simbolica porta specchio, si consuma la resa dei conti di una famiglia allo sfascio con un padre-padrone malato allo stadio terminale, i figli Brick e Gooper dagli opposti destini, la moglie-madre Ilda con Margaret e Mae, cognate depositarie di visioni antitetiche su ruolo e funzione della donna: pedine di un ingranaggio più grande di loro, i personaggi si incontrano per scontrarsi, si sfidano per annullarsi, fanno rivivere fantasmi di un passato, su tutti il rapporto tra Brick ed il suo ex compagno di football Skipper, che attraversano la scena come ectoplasmi silenziosi.

Al centro della rilettura di Lidi trova spazio il sistema famiglia, ingranaggio chiave nel tessuto sociale per l'occasione sezionato in modalità autoptica come sul freddo tavolo di un medico legale: e se all'arricchimento del Big Daddy fanno da contraltare le diverse sorti dei due figli, l'arrivismo di Gooper in contrasto con la dipendenza dall'alcool di Brick, sono le figure femminili a trasudare una significativa umanità. Vale per Ilda, oggetto di continue vessazioni del capofamiglia, o per la smaniosa Mae, moglie di Gooper e soprattutto madre perfetta capace di dare alla famiglia quella continuità che Margaret, la gatta, non è stata in grado di realizzare con Brick. Ed alla fine, nel trionfo dell'ipocrisia, a Margaret non resterà che sparigliare le carte simulando l'imminente maternità per vedersi riconosciuta come donna, realizzando quel binomio donna/madre attorno cui ancor oggi si sviluppa un inquietante dibattito.

Cento minuti filati per un convincente spettacolo capace di affrontare di petto le mille declinazioni dell'istituto famiglia al centro di una rappresentazione che si fa cartina di tornasole dei nostri tempi: lontane anni luce le patinate atmosfere di celebrate versioni cinematografiche, oggi La gatta sul tetto che scotta è spiazzante metafora di un presente dove fragili fondamenta sorreggono maschere di facciata. Tutto questo è tradotto in scena da ottimi interpreti, dalla Margaret di una sempre eccellente Valentina Picello, al Brick di Fausto Cabra, fragilità fatta a persona sferzata dagli incubi di quel passato con cui non ha mai fatto i conti. Ed ancora Nicola Pannelli è uno sprezzante ed a tratti irritante dominus, per quanto prodigo di inaspettate affettuosità verso Brick, mentre Orietta Notari è al solito perfetta nei panni di Ilda, compagna di vita mai amata e, come tale, facile bersaglio per gli strali del capofamiglia.

Il generale successo, ripagato da convinti e meritati applausi, è completato dalle non trascurabili prove di Giordano Agrusta, Giuliana Vigogna, Riccardo Micheletti, Nicolo' Tomassini e Greta Petronillo, cui il regista affida il ruolo dei vivaci figli di Mae e Gooper: simbolo tra i simboli, per Margaret inquietante presenza "spettrale", come lo Skipper per Brick, a ricordare i figli mai avuti o, se si preferisce, tutto ciò che nella vita sarebbe potuto essere ma non è stato.
  • La gatta sul tetto che scotta ph Luigi De Palma.jpg
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