con Giulia Lazzarini, Federica Fabiani, Matthieu Pastore
Produzione Teatro della Cooperativa
Durata: 75' senza intervallo
Dopo Muri (Prima e dopo Basaglia) Renato Sarti torna con un altro lavoro attento, politico; necessario. Una ricostruzione puntuale basata sulle pubblicazioni e sopratutto sulle testimonianze dei sopravvissuti a quel tragico evento che, una mattina di 72 anni fa spezzò, letteralmente, un’intera comunità.
Lo spettacolo parte piano, leggero, una leggerezza ingenua, infantile, quasi puerile. La leggerezza di un bambino. Poi arriva inevitabile la consapevolezza, la paura, l’ineluttabilità del dolore; in un crescendo di coinvolgimento senza respiro dove persino la morte può diventare un sentimento lieve se filtrata dalle parole di un bambino.
Per guidarci, per farci percepire tutte le sfumature di quelle parole, arriva puntuale l’interpretazione Giulia Lazzarini capace, come sempre, di trasformarle in affilate schegge di realtà capaci di lasciare segni profondi nella nostra coscienza.
Ormai è un rapporto stretto, più di un sodalizio, quello tra Renato Sarti e Giulia Lazzarini in questo caso affiancati da due giovani attori, Federica Fabiani e Matthieu Pastore, chiamati a ridare vita a due di quei bambini.
In Gorla fermata Gorla, Sarti ci mostra una ferita profonda, spesso dimenticata, nel corpo di una Milano che sebbene molto cambiata nel suo aspetto e nelle sue istanze, è ancora profondamente debitrice a realtà come quella di Gorla.
Una ferita mostrata senza alcuna retorica attraverso un lavoro assolutamente attuale, perché non si tratta più solamente di mantenere viva la memoria, non si tratta più di testimoniare “per non dimenticare”. Si tratta di formare una nuova coscienza civile perché oggi, a distanza di più di settant’anni, in paesi non troppo lontani dai nostri, in scuole non troppo diverse dalle nostre, i bambini continuano, inesorabilmente, a morire sotto le bombe.
E allora, dopo lo spettacolo, forse varrebbe la pena di passare un momento da Gorla, lungo la Martesana, e fermarsi per un momento davanti a quel monumento e a quella scritta, così potenti e così sconvolgenti nella loro franchezza: “Ecco la Guerra”.
Gorla fermata Gorla di Renato Sarti - Giulia Lazzarini