Con Daniele Ronco e Elena Aimone, e con la partecipazione straordinaria "in voce"di Tullio Solenghi nel ruolo del pesce Arturo
Regia di Raffaele Latagliata; scene Jacopo Valsania; costumi Teresa Musolino; musiche Andrea Mario Cauduro; videomaker Francesco Calabrò
Produzione Mulino ad Arte
Il testo di Ronco è metafora di un’esistenza vissuta a pieni giri dove per le imminenti elezioni si sacrifica il rapporto coniugale che vede la delusa Elisabetta fare fagotto ed abbandonare l’elegante dimora abitata con il marito, lasciando il Presidente in pectore in compagnia del solo Arturo, un pesce pagliaccio confinato nella sua boccia trasparente solito esprimersi con l’inconfondibile voce di Tullio Solenghi: niente di diverso di quello che potrebbe succedere in una normale famiglia, si è portati a pensare, se non fosse che a sconvolgere ancor più il presente dell'uomo sarà l’inaspettato arrivo dal suo frigorifero di una misteriosa creatura femminile, avvenente donna in carne ed ossa (o forse proiezione di un inconscio quanto mai instabile) con cui lentamente si crea un rapporto di complicità. Presenza reale o entità immaginata, proveniente da un altrove i cui capisaldi sono economia green e sostenibilità ambientale, la presenza della donna è pretesto per una kafkiana metamorfosi del politico, la cui esistenza frenetica è messa in discussione dalla (ri)scoperta di valori fino a quel momento del tutto ignorati.
E cosi il salotto di casa Stein, elegante ambiente dalle pareti trasparenti che lo spettatore osserva con istinto voyeuristico, diventa il teatro di piccole e grandi magie ma soprattutto di una rilettura della propria vita con particolare attenzione alla maggiore consapevolezza in tema di difesa dell’ambiente, alimentazione alternativa, buone pratiche da mettere ogni giorno in atto per il futuro dei nostri figli. Con il passare dei minuti il testo si palesa nella sua doppia interessante natura, da un lato resoconto della parabola all’incontrario di un uomo di successo che, prossimo alla climax nel suo impegno politico, rivede un intero sistema di valori: dall’altro istantanea di come rapporti e relazioni possano degenerare, per poi subito, inaspettatamente, rigenerarsi con nuove modalità.
Tutto questo in scena è ben reso dall’Ettore Stein di Daniele Ronco, politico senza scrupoli ma anche uomo fragile pronto a rimettersi in discussione, e dalla sempre brava Elena Aimone, perfetta nei panni borghesi della moglie delusa, quanto in quelli alieni della creatura che irrompe dal suo mondo lontano. Ed in tutto questo stravolgimento, ci si chiederà, quale il destino di Arturo? Nell'immancabile happy end anche per lui si spalancano le porte di una nuova vita, con impensati orizzonti di libertà sostituire il claustrofobico quotidiano vissuto all'interno di un'anonima boccia di vetro.
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