con la consulenza storico-scientifica di Alessandro Barbero; regia Emiliano Bronzino
violoncello Lucia Sacerdoni; scenografia; Francesco Fassone; luci e fonica Loris Spanu; costumi Monica Di Pasqua; musiche originali Matteo Castellan; assistente alla regia Ornella Matranga .Un particolare ringraziamento al Presidente dell’Accademia della Crusca, professor Claudio Marazzini
Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus / Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
E cosi, riavvolgendo il nastro di un’esistenza ancor oggi nota solo a tratti, si parte dall’adolescenza di Durante Alighieri, detto Dante, dal primo incontro a nove anni con la musa Beatrice per arrivare al rapporto, per certi versi apatico, con la moglie Gemma: ed ancora l’impegno politico culminato nell’esilio imposto, con l’accusa di "baratteria", logica conseguenza del ritorno nella cara Firenze di quei guelfi neri non così malvisti dall’odiato Bonifacio VIII. E poi ecco affacciarsi sullo sfondo la Commedia, la stesura dei primi canti, l’impegno sempre maggiore, la scrittura che si interseca con la vita di un uomo che ha la fortuna di conoscere i capisaldi della cultura moderna, dagli stilnovisti a Petrarca, da Giotto a Cangrande della Scala, fino al triste e solitario congedo in quella Ravenna che, ultima, lo aveva accolto ferito nell’orgoglio di uomo, prima che di cittadino.
Avvalendosi della consulenza storico-scientifica di Alessandro Barbero prende forma un viaggio in piena regola vissuto tutto d’un fiato che Emiliano Bronzino cuce, con mano ferma e grande cura, alle corde attoriali di un Matthias Martelli al solito trascinante: accompagnato in scena dall’ispirata scenografia sonora del violoncello di Lucia Sacerdoni, il folletto pesarese si arrampica sulla scenografia di Francesco Fassone, impalcatura lignea con al centro un’enorme campana quasi a scandire il ritmo per una narrazione a tratti debordante. Movendosi sul terreno a lui più congeniale, il teatro di parola non semplice narrazione ma insieme di linguaggi e di onomatopee, di gesti e di mimica, Matthias Martelli non recita né tanto meno interpreta Dante, semmai lo racconta in quella dimensione umana che a tratti ritroviamo nelle sublimi immagini delle tre cantiche: e se nell’itinerario non mancano certo gli inserti dalla Vita Nova o dalla Commedia, questi non sono che tappe di un lungo cammino, incursioni nella sconfinata produzione letteraria e poetica di un uomo dalla personalità complessa che l’applaudito interprete, capace a fine serata di dar voce e volto ad una quarantina di personaggi, a giochi fatti riesce nell’impresa di render ancora più famigliare.
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