Valter Malosti e la ballerina e coreografa Michela Lucenti sono due adolescenti colti nel giorno del loro diciassettesimo compleanno dentro le mura domestiche di case popolari, davanti ai cartoni animati di Hanna-Barbera, lungo le vie del centro, davanti al mare, al Disco Palace, autentico paese dei balocchi e tempio della musica. Porcello e Porcella si amano di un amore esclusivo in cui finiscono per esaurirsi, l'adolescenza in cui versano è lo status anagrafico di transizione che li priva della fanciullezza, questa perdita si associa alla morte che in modo simbolico e reale gioca un ruolo centrale. Come Mickey e Mallory, la coppia natural born to killers di Olive Stone, Porcello e Porcella sono adolescenti problematici che urlano i loro pensieri e mietono violenza. Come i drughi di Kubrick la esercitano gratuitamente dietro le loro `divise` cucite addosso per distinguersi dagli altri e riconoscersi tra loro. Le maschere zoomorfe nascondono il volto degli interpreti finendo per esaltarne il corpo scenico, dando efficacia alla presenza dell'attore-danzatore che guida ed eccita l'attenzione dello spettatore.
Michela Lucenti è pulp come il suo doppio cinematografico, l'adolescente inquieta di Juliette Lewis sulle strade della Kalifornia criminale di Domenic Sena. Il suo fisico, asciutto e nervoso, esprime una sessualità perversa e innocente, una femminilità acerba e perturbante che confonde e innamora quella pesante ma energica di Porcello, un personaggio letale, un clown del crimine con la coscienza jokeriana. Porcello non è solo una nemesi batmaniana, è un giustiziere della bellezza incarnata dal giovane avventore del Disco Palace, un principe ballerino che invita Porcellina alla danza e al pas de deux successivo, metafora del ruolo iniziatico dell'amore e della raggiunta maturità della protagonista contro l'ostinata ottusità del compagno. La fanciulla affida il corpo musicale al partner emerso dal fumo e dal buio della disco. Braccia e gambe escono dalle figure formate col giovane misterioso in un'esplosione di sentimenti e di emozioni teneramente adolescenziali, che poi si richiudono in un desiderio magnetico di contatto. L'intimità e lo slancio, la bellezza complice dei giovani non sfuggono a Porcello e al suo puro istinto di morte, formalizzato in un gesto definitivo.
Al testo frammentato di Malosti corrisponde il corpo ritmico della Lucenti, che ricompone nelle sue dinamiche coreografie la rigida distinzione tra teatro e danza, regioni inseparabili in molte culture sceniche. La partitura disarticolata del corpo respira con la parola pronunciata dell'attore, che smette finalmente il mutismo del corpo. Corpi vivi, decisi e credibili, quelli della Lucenti, di Valosti e degli eccellenti `comprimari` Braga, Ferrero e Serra, prima ancora di essere interpreti, portatori o veicoli di un messaggio che si accompagna alla musica ricercatissima di John Cage, Philip Glass, Michael Nyman, David Bowie, Brian Eno, Bjork... A guidare lo spettatore è il Bianconiglio di Alice/Porcella, un po' Carroll (Lewis), un po' Disney, un po' Hanna-Barbera, che compare sul palcoscenico quadrato sospeso sui palloni. Salta e rimbalza, il coniglio di Valosti, fino a farsi inghiottire dal buio della tana, oltre lo specchio che conduce alla comprensione di una realtà altra, dove i bambini diventano maiali che sghignazzano prima di svanire, come nelle favole delle meraviglie, come nel teatro di Walsh e in quello `di Dioniso`.
Disco Pigs