Volutamente rifuggendo la consolidata interpretazione che veda la tragedia come evidente rappresentazione della lotta del bene contro il male, servendosi di una nuova ed inedita traduzione, Civica sceglie di concentrarsi sull'idea che Sofocle possa accomunare Antigone e Creonte in un’identica colpa, quella di avere la presunzione di essere eccezionali, di essere migliori di tutti gli altri, ovvero di essere, per intelligenza e qualità umana, fuori dalla norma: "e il messaggio sconvolgente e attualissimo che l’Antigone fa risuonare oggi - spiega il regista - grazie alla capacità che ha un classico di generare significati sempre contemporanei, è che è proprio il carattere che hanno le persone che svolgono un ruolo pubblico ad essere una questione di tremenda rilevanza politica ed interesse comunitario”. Come se al di là dell’essere "di destra o di sinistra”, a rappresentare la maggior minaccia per la collettività possa proprio essere un’indole superba dei leader politici.
Stato contro famiglia, politica contro religione, maschile contro femminile, legge divina contro legge umana: questi solo alcuni dei principi dialettici attorno cui si è voluto nel corso dei millenni leggere la saga sofoclea. Interpretazioni tutte legittime sebbene, nel modus pensandi di Civica, fortemente limitanti il reale pensiero dell’autore ed assai penalizzanti per la stessa idea di teatro: "fare di Antigone e di Creonte delle pure categorie dello Spirito - conclude Civica - dei princìpi assoluti in lotta tra di loro, vuol dire dimenticare che l'oggetto elettivo del teatro è l'essere umano, e che gli spettatori imparano empatizzando con gli attori, grazie alle storie e ai personaggi umani, solo umani che rappresentano”.
Per Massimiliano Civica facce opposte della medesima medaglia, Antigone e Creonte pur da prospettive diverse compiono i medesimi errori, incarnando somiglianze caratteriali molto più rilevanti delle diversità che esprimono: allo spettatore moderno il compito di immergersi nella storia dell'Atene del V sec. a.C per meglio comprendere situazione politica e punti di scontro sociale, cercando di andare oltre la lettura, ancor oggi maggioritaria, che vuole Creonte tiranno assolutista in lotta con Antigone paladina di una legge morale extrastorica e divina.
Produzione Teatro Metastasio di Prato, in collaborazione con Manifatture Digitali Cinema Prato-Fondazione Sistema Toscana, con in scena Oscar De Summa, Monica Demuru, Monica Piseddu, Francesco Rotelli e Marcello Sambati, Antigone è adattato e diretto da Massimiliano Civica: al Teatro Astra da giovedì 12 a sabato 14 dicembre alle 21, domenica 15 dicembre alle 17, con biglietti ad Euro 25 ed Euro 17, ad Euro 10 per gli under 30. Info e prenotazioni allo 011.56.34.352 o su www.fondazionetpe.it.
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