durata: 80'
Questo equilibrio di morbidezza dura poco. A romperlo è la stessa coreografa, che si sfila la lunga coda di tessuto e apre la strada ai musicisti; alla chitarra di Eduardo Trassierra, al canto e al basso elettrico di José Ángel Carmona, alle percussioni di José Manuel Ramos “Oruco” e alle percussioni elettroniche di Pablo Martín Jones.
Portatrice di uno sregolato quanto irriverente disordine entropico, la musica evoca le sonorità flamenche anche nel rock e nell’elettronica, in una galvanizzante e liberatoria mistura di linee ritmiche. Su questa scia Rocío Molina si munisce di scarpe e si diverte a proporre con sferzante energia vari travestimenti: da torero del grottesco – che indossa tanga neri e distribuisce gadget e patatine impacchettate ai musicisti – a samurai dotato di chonmage fatto in casa.
Al flamenco massificato accosta quello primigenio, che trae la sua forza dal canto e dalla percussione di mani che la circondano. I musicisti le si avvicinano formando stretti quadri in cui trova spazio solo la deflagrazione del suo travolgente virtuosismo. Arriva a privarsi di qualsiasi costume per ballare con un due pezzi e mostrare, in una delicata penombra, la sua nudità. Di donna, di ballerina, di coreografa.
Ritorna poi con una nuova, affascinante bata de cola bagnata di acqua e di una pigmentazione purpurea che crea un legame diretto con il ciclo naturale del corpo femminile. Con la veste inzuppata dà vita ad un quadro astratto di movimenti ramificati: immagine in movimento suggestiva ma non per questo conclusiva dello spettacolo. La straordinaria interprete non finisce di stupire fino alla fine e trasmuta ancora in baccante, lasciando agli eccezionali musicisti una sfrenata chiusa all’insegna del rock.
Ne emerge uno spettacolo dal potere catartico, in cui inventiva e talento trovano posto sullo stesso palcoscenico. La rapinosa freschezza di Caída del Cielo è giustamente stata riconosciuta con svariati premi: Miglior Coreografia, Miglior Interprete di Danza Femminile e Miglior Disegno Luci. Una performance teatrale da non perdere, che merita di essere vista e da cui vale la pena farsi trascinare.
Rocío Molina