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MANOLA, due ottime attrici alle prese con un testo non facile
a cura di Giancarlo Zappoli
Visto al Teatro Lirico Giorgio Gaber l'11 marzo 2022
Produzione: Enfi Teatro- Artisti Riuniti- Il Parioli
Testo: Margaret Mazzantini
Regia: Leo Muscato
Scene: Federica Parolini
Costumi: Lisa Ruffini
Interpreti: Nancy Brilli, Chiara Noschese
Produttore esecutivo: Michele Gentile
Organizzazione: Carmela Angelini
Alla base di questo spettacolo c’è un testo pubblicato da Margaret Mazzantini nel 1999 che, portato sulle scene a 23 anni di distanza, non si presenta per nulla invecchiato o datato. Sarà perché di tempo ne è passato e tante cose sono cambiate ma di fondo l’intimo delle donne (e, purtroppo, di alcuni uomini) non è cambiato. Anzi. Quell’albergo fatiscente e ormai invaso da una materia che modifica le stanze rendendole simili a grotte ci ricorda tante abitazioni divenute carceri inusuali durante il lungo lockdown dovuto alla pandemia. Il testo non è quindi invecchiato ma conserva un’impronta letteraria difficile da adattare per un palcoscenico.






Ci si muove tra realismo e astrazione, tra il basso quotidiano e citazioni ‘alte’ (Kant per esempio). Tanto che a volte vorresti (e sulla pagina lo potresti fare) che ci si fermasse per risentire quella battuta o quel riferimento colto. C’è però la materia di fondo che fa sì che in sala le donne ogni tanto ridano e gli uomini si accodino solo sugli applausi. A questa materia (ma anche alle problematicità del testo) si applicano due attrici che, grazie alla loro professionalità e ad una versatilità davvero di grande livello, danno corpo ad un profluvio di parole delineando due caratteri che finiscono con l’essere il concentrato di due sguardi diametralmente opposti sulla vita. I quali però non sospettano cosa riservi loro il futuro. Giocano molto (soprattutto Noschese/Ortensia) sull’iperbole e su una fisicità compressa e inibita oltre ogni limite e intervengono sulla freddezza di un testo tutto di testa dando credibilità ai loro personaggi che sfiorano il grottesco ma sono sempre più posseduti, man mano che l’azione procede, da pensieri e azioni che più d’una donna può riconoscere come facenti parte del vissuto. A quel punto l’identificazione diviene possibile e i convinti applausi finali ne sono la prova.
  • @Ornella Foglia
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