“Ciccio Mendez - scrive Brie - vuole entrare a una festa per vedere la sua innamorata (che non sa di esserlo). Decide così di fingersi contrabbassista del gruppo jazz che allieterà la serata. Méndez non sa suonare il contrabbasso, ma con la sua voce da uomo delle caverne imita alla perfezione il suono delle corde. Dovrà riuscire a sostituire il vero contrabbassista del gruppo e a nascondere a tutti la propria incapacità di suonare lo strumento”: il divertente antefatto è in realtà un originale pretesto narrativo per arrivare alla contemporanea definizione di tre grandi passioni. L’amore non corrisposto per una donna, l’amore per quel jazz che aiuta il protagonista a combattere un’atavica solitudine, e l’amore per il cibo nel quale Ciccio Méndez riesce a trovare fugaci quanto appaganti momenti di consolazione.
Artista poliedrico, da sempre cittadino del mondo ed affetto da un’inguaribile dromomania, con 120 chili di jazz César Brie si rivela al pubblico da una prospettiva inedita creando uno spettacolo che è insieme manifesto di poetica ed omaggio alla sua vita passata: “Ciccio Méndez non è mai esistito - racconta il regista argentino - ma nasce dalla cattiva abitudine di due amici robusti che ho perso di vista i quali, seduti ai miei fianchi in una classe del Colegio Nacional Sarmiento a Buenos Aires, mi facevano fare la parte del prosciutto nel panino, schiacciandomi in mezzo a loro”.
120 chili di jazz sarà in scena al Garybaldi di Settimo Torinese sabato 7 novembre alle 21.30 con biglietti a Euro 12 ed Euro 10: info e prenotazioni allo 011.80.28.501 o su www.santibriganti.it.
César Brie