Al centro del racconto la fine del regno egualitario e pacifico delle donne, epoca che lascia spazio ad un momento storico del dominio e della spada: fedele ad un percorso di ricerca che la vede impegnata nello studio della preistoria della civiltà europea, pretesto per approfondire la pluriennale ricerca nella archeomitologia in cerca di chiavi di lettura del presente, la Cuscunà sviluppa il suo spettacolo proprio intorno la guerra con cui si interrompe il regno matrilineare e dei Fanes, costretti a rintanarsi nelle viscere della montagna in attesa che arrivi il tempo d’oro della pace.
"Attraverso l'antico mito di Fanes – spiega la Cuscunà - Il canto della caduta vuole portare alla luce il racconto perduto di come eravamo, di quell'alternativa sociale auspicabile per il futuro dell’umanità che viene presentata sempre come un’utopia irrealizzabile. E che invece, forse, è già esistita”.
Coproduzione internazionale Centrale Fies, CSS Teatro stabile d'innovazione del Friuli Venezia Giulia, Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale, São Luiz Teatro Municipal–Lisbona, in collaborazione con Teatro Stabile di Bolzano ed A Tarumba Teatro de Marionetas–Lisbona, Il canto della caduta è scritto, diretto ed interpretato da Marta Cuscunà: al Teatro Gobetti martedì, giovedì e sabato alle 19.30, mercoledì e venerdì alle 20.45, domenica alle 15.30, con biglietti ad Euro 28 ed Euro 25. Info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.
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