"Questa è la storia - scrive Celestini - di una barbona che non chiede l’elemosina e di uno zingaro di otto anni, della barista che guadagna con le slot machine, di un facchino africano e di un paio di padri di cui non conosco il nome. La storia dignitosa dei centomila africani morti nel fondo del mare”: nella cornice di un paesaggio urbano ed umano a dir poco desolante, scorrono come rapidi fotogrammi le storie di uomini e donne dalla precaria quotidianità, indiani della riserva, il cui destino interessa poco o nulla a nessuno, destinati a far parlare di sé solo in circostante drammatiche e da cronaca nera.
Ad arricchire questo piccolo mondo non mancherà l’universo nascosto dell’orfanotrofio gestito dalle suore o del tribunale nel quale questa umanità spera finalmente di incontrare lo Stato con le “S” maiuscole, salvo poi imbattersi in esso in maniera punitiva o distratta: "di questi personaggi - conclude Celestini - mi interessa l’umanità. Voglio raccontare come sono prima della violenza che li trasforma in oggetto di attenzione da parte della stampa, ma voglio raccontare anche il mondo magico che hanno nella testa”.
Produzione Fabbrica srl di e con Ascanio Celestini, per Pueblo repliche al Teatro Gobetti repliche martedì, giovedì e sabato alle 19.30, mercoledì e venerdì alle 20.45, domenica alle 15.30 con biglietti ad Euro 28 ed Euro 25. Info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.
Pueblo.jpg