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Eureka, i Kataklò in edizione speciale
a cura di Denise Perego
Visto il 5 gennaio 2020 al Teatro Carcano
Kataklò Athletic Dance Theatre 
EUREKA
Edizione speciale per Milano per festeggiare i 25 anni della Compagnia
Ideazione e direzione artistica Giulia Staccioli 
Collaborazione artistica Vito Cassano, Alberta Palmisano 
Performers Matteo Battista, Giulio Crocetta, Carolina Cruciani, Eleonora Guerrieri, Sara Palumbo, Stefano Ruffato 
Direttore tecnico Marco Farneti 
Musiche AA.VV. 
Realizzazione elementi di scena e costumi a cura degli studenti di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera: Valerio Brambilla, Greta Gasparini, Erika Mazzola, Francesca Moioli, Beatrice Torresin 
Produzione MITO srl
“Cos’è un’idea?” La domanda viene ripetuta in diverse lingue da una voce fuoricampo. 
“Cosa significa idea?” La voce si ripete. 


Nessuna risposta, ma i ballerini iniziano a danzare e tutto diventa chiaro: non c’è sempre bisogno di definire qualcosa. Un’idea appena nasce è emozione e caos, e non sempre necessita di parole. Ha così inizio lo spettacolo Eureka della compagnia Kataklò Athletic Dance Theatre, che racconta come un’idea possa rendersi concreta, dando l’impulso a qualcosa di inaspettato. La voce fuoricampo si moltiplica continuando a interrogarsi e a interrogare, si fa frenetica e incomprensibile contribuendo alla creazione di un'atmosfera magica e di tensione che accompagna tutto il primo tempo: tra giochi di luce, specchi, costumi eccentrici e una ricerca musicale a opera d'arte, i sei performer fanno sognare un mondo sospeso tra il possibile e il reale. Da tempo, la compagnia Katakló sotto la guida di Giulia Staccioli, ci ha abituato ad abbandonare le convinzioni tipiche della danza contemporanea e a prepararci a qualcosa di insolito, non appena varcata la soglia del teatro: in Eureka contact improvisation, Floorwork, Modern, Cunningham e acrobatica si mescolano, andando a delineare lo stile unico e inconfondibile della compagnia.


I ballerini sfidano la forza di gravità, riempiendo lo spazio scenico in tutte le sue parti e realizzando acrobazie aeree che impressionano per la fluidità dei passaggi, lenti o scattanti
, uniti a effetti illusionistici di grande impatto, il tutto enfatizzato grazie a un magistrale gioco di luci ed ombre, altra firma inconfondibile della compagnia. Eureka può essere definito uno spettacolo a quadri il cui cuore è rappresentato dalle straordinarietà fisiche ed espressive dei danzatori e in cui, sicuramente, non mancano i colpi di scena. Il primo elemento inaspettato, infatti, è la presenza dei cosiddetti “spettAttori”, comparse che vengono selezionate a seguito di una candidatura sul sito della compagnia, e che si prestano a partecipare attivamente allo spettacolo, interagendo con i professionisti e assumendo al suo interno un ruolo funzionale. E se questo primo momento può essere inteso come l’annuncio di uno spettacolo frivolo e spiritoso, in realtà prepara la strada a un primo tempo totalmente diverso suscitando emozioni contrastanti: la coreografia prende in contropiede lo spettatore cambiando atmosfera improvvisamente, la musica si fa cupa, a tratti inquietante, i corpi dei ballerini giocano con luci/ombre facendo perdere allo spettatore il controllo del proprio sguardo. I corpi si intrecciano, perdono forma, strisciano e si contorcono in un passo a due emozionante, in cui le ballerine vengono letteralmente sorrette da uomini in equilibrio sui trampoli, senza protezione, riuscendo a realizzare un momento di grande pathos emotivo. 

Il primo tempo di Eureka – dal greco “ho trovato” – sembra catapultare il pubblico in un mondo parallelo, in cui le leggi della fisica e della danza vengono ribaltate, e il palco acquista nuove dimensioni. C’è lo stupore, la meraviglia, le illusioni ottiche e le acrobazie, ma senza mai cadere nell’eccesso: tutto è in equilibrio – nel vero senso della parola – tra l’onirico e il virtuoso. Se il primo tempo può essere considerato come il tentativo della ricerca del nuovo, il secondo tempo, modificato appositamente per l’appuntamento milanese durante il periodo di feste invernali, colora il palco del Teatro Carcano e diverte con energia e ilarità, puntando su una sottile critica alla nostra società consumista e superficiale, basti pensare ai riferimenti estetici di oggi e ai festeggiamenti senza limiti. 

Eureka porta innegabilmente la firma di Giulia Staccioli, fondatrice della compagnia che ha appena festeggiato i suoi primi 25 anni di successi in Italia e all’estero, riuscendo nell’impresa della creazione di qualcosa di nuovo. Se in linea generale si può dire che il panorama della danza contemporanea italiana procede con una marcia in meno rispetto alla velocità mondiale, i Kataklò riescono anche questa volta a proporre un’idea interessante e innovativa, sia per il lavoro sul corpo del ballerino, che per la realizzazione scenica nella sua interezza. D'altronde, come Martha Graham, Merce Cunningham, solo per citarne alcuni, le migliori idee nascono da chi ha il coraggio di creare una rottura e andare oltre il già esplorato. Eureka è un viaggio in un mondo al di sopra dell’umano per come viene considerato nel quotidiano, apre delle porte rimaste sempre nascoste sfondandone altre ormai consunte.
  • © Renato Mangolin
    © Renato Mangolin
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