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IL MISANTROPO: FRAGILI EQUILIBRI DELL'UOMO D'OGGI
a cura di Roberto Canavesi
Visto a Tedacà il 16 marzo 2017
di Molière, regia e adattamento di Marco Lorenzi

Con Fabio Bisogni, Roberta Calia, Yuri D’Agostino, Marco Lorenzi, Federico Manfredi, Barbara Mazzi, Raffaele Musella

Compagnia Il Mulino di Amleto
Solo contro tutti, l'Alceste di Moliére da cinque secoli combatte la sua battaglia contro chiacchericcio e delazione in una partita a scacchi dove uomini e donne indossano maschere di falsità ed ipocrisia: Il Misantropo è senza dubbio commedia fuori dal tempo la cui rappresentazione, oggi, vuol dire confrontarsi con vizi e deformazioni dell'agire e del pensiero umano pronti a ripresentarsi in ogni epoca.

Nella coproduzione Tedacà – Il Mulino di Amleto, allestita in collaborazione con La Corte Ospitale, il regista Marco Lorenzi sceglie la strada a lui cara dell'essenzialità e del minimalismo: in scena una sedia, una panca, un'asta con microfono, come luce qualche piazzato dall'alto, ed una doppia prospettiva con in primo piano uno spazio rettangolare neutro mentre, sul fondo, fanno capolino le specchiere dei camerini con gli attori intenti a prepararsi. Lineare ma non superficiale, la lettura di Lorenzi, presente in scena come tecnico “a vista”, o come silenzioso tessitore della trama teatrale, punta dritto nel mettere in risalto la modernità di un messaggio civile ed etico che vede Alceste ed Oronte contendersi l'amata Celimene, sullo sfondo di una comunità umana dai fragili equilibri: e per riuscire nell'impresa il regista toscano abbatte la quarta parete, portando idealmente in scena quel pubblico che non può non riconoscersi nei capricci degli amanti irrequieti, come nella missione di un protagonista impegnato ad affermare la necessarietà dell'identità tra ciò che si pensa e ciò che si esterna.

Quel che ne scaturisce è un divertente e coinvolgente happening di parole, colori e musica, un rito laico dove la parola molieriana diventa strumento nella definizione di un unicum, formato da attori e pubblico, pronto ad interagire e mescolarsi: il tutto senza mai perder d'occhio un testo divertente e pungente, ma sempre impietoso nello sbattere in faccia verità tanto scomode quanto indiscutibili. Coraggioso e moderno, Il Misantropo targato Tedacà – Il Mulino di Amleto è spettacolo giovane e dal sicuro futuro grazie anche ad un affiatato cast, in tutto e per tutto pronto ad instaurare un rapporto schietto ed aperto con la componente pubblico: a partire dal solitario e burbero Alceste di Federico Manfredi, ottimamente spalleggiato dal Filinte di Raffaele Musella, per arrivare all'Oronte di Yuri D'Agostino e ad un sorprendente Fabio Bisogni en travesti. Ed ancora la maliarda Celimene di Barbara Mazzi e l'Eliante di Roberta Calia, due facce di una stessa medaglia che indaga le molteplici sfaccettature dell'universo femminile.
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