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Un musicista al servizio del teatro: Massimo Germini e Tangram Teatro in scena per MiTo Settembre Musica.
Torino: al teatro Carignano, martedì 8 settembre 2015, il chitarrista e compositore lombardo musica un racconto lungo un secolo.

Sul palco è una maschera di concentrazione intento con la chitarra a creare virtuosismi ed a far vivere di luce propria brani che hanno segnato la storia della musica italiana: dietro le quinte si rivela artista di grande curiosità per quel mondo del teatro in cui, nella sua lunga carriera, si è già più volte imbattuto, e con cui ora vive una nuovo incontro ravvicinato per ...MA SONO MILLE PAPAVERI ROSSI. Il nemico secondo Susanna.
Massimo Germini, lombardo di Limbiate classe 1962, è tra i protagonisti dell'ultima produzione Tangram Teatro Torino, uno spettacolo scritto e diretto da Ivana Ferri al debutto nell'austera cornice del teatro Carignano per il cartellone di MiTo Settembre Musica: allo storico braccio destro di Roberto Vecchioni, artista cui è legato da un decennale sodalizio professionale, abbiamo rivolto alcune domande per conoscere il personale legame tra musica e prosa, e per meglio scoprire lo spettacolo che lo vede sul palco con Bruno Maria Ferraro e la piccola Susanna Ferro.
 
Tangram Teatro è da sempre attivo nel teatro canzone: come è nata l'idea della collaborazione con la compagnia torinese per quest’ultimo lavoro?
“Il primo incontro risale a due anni fa in occasione di un progetto che vide lavorare insieme Tangram e Roberto Vecchioni: un'esperienza positiva replicata lo scorso anno, sempre all'interno della programmazione di MiTo, segnale evidente di una affinità e simpatia reciproca che aveva un altro elemento di incontro nella passione mia e di Bruno Maria Ferraro verso la figura di Giorgio Gaber. Quando poi nei mesi successivi la regista Ivana Ferri mi ha letto il suo copione, accennandomi il lavoro che avevano in mente, ho accettato con entusiasmo l'invito alla realizzazione di questo viaggio teatral-musicale subito in grado di emozionarmi”.
 
All'interno dello spettacolo, un racconto in parole e musica costruito sul concetto di nemico, trovano spazio alcuni tra i maggiori successi della canzone d'autore italiana: quale è stato il criterio adottato nella definizione di una partitura musicale che, è bene precisarlo, si fa “personaggio” in scena?
“Fermo restando che la rosa di titoli è stata proposta da Ivana e Bruno, la linea guida nella selezione è stata quella di inserire brani che fossero funzionali al racconto: la guerra, il Novecento con tutte le sue contraddizioni, l'idea di nemico, questi i cardini su cui si doveva basare la scelta di alcuni degli evergreen della canzone d'autore italiana. Un lavoro di gruppo che ha permesso di muoversi con interesse all'interno di De Gregori come di Gaber, di Ivano Fossati, Lucio Dalla come dell'immancabile Vecchioni”.
 
Questo spettacolo non è il tuo primo incontro da musicista con la prosa: semplice coincidenza legata ad opportunità lavorative o segnale di una reale attrazione verso il mondo del teatro?
“Una domanda molto impegnativa per la quale valgono entrambe le risposte da te prospettate: se è ovvio che per poterla accettare una proposta deve esserti fatta, è altrettanto vero che non avendo mai avuto una particolare attrazione per gli spettacoli di piazza, sono sempre stato particolarmente attento al richiamo del palcoscenico, sia come artista che come semplice spettatore. In questo senso lavorare con Roberto Vecchioni, negli ultimi anni sempre più propenso ad esibirsi nei teatri piuttosto che all'aperto, ha ulteriormente assecondato questa particolare inclinazione”.
 
Nello spettacolo sei sul palco con Bruno Maria Ferraro, attore dalla voce stentorea con cui fai vivere il testo di Ivana Ferri: sulla base dell'esperienza cui accennavi prima, quali le possibili criticità nell'interazione tra due artisti di differente formazione professionale?
“Le principali differenze sono per così dire culturali: lavorare per il teatro richiede un'impressionante cura ed attenzione per i particolari: la posizione di una sedia o di un leggio, l'illuminazione di un faro o il minimo movimento in scena devono essere analizzati e studiati con grande minuzia. Sotto questo aspetto noi musicisti siamo più fragili, se lavori in un band di sei o sette elementi non fai a caso a molti aspetti tecnici e comportamentali il cui rispetto, mi sono reso conto, è invece fondamentale su di un palcoscenico”.
 
Prima di salutarci una domanda sui futuri progetti artistici: cosa “bolle in pentola” nel domani di Massimo Germini?
“Sperando ovviamente di poter presentare in altre occasioni lo spettacolo realizzato con Tangram Teatro, sarò impegnato in alcune repliche del recital realizzato la scorsa stagione con Monica Guerritore e Giovanni Nuti sulle liriche di Alda Merini: ed ancora, ovviamente, l'impegno con Roberto Vecchioni che esercita sempre un forte richiamo nella programmazione musicale in autunno ed inverno. Da ultimo porterò avanti l'attività di produttore intrapresa insieme ad una giovane cantante, Helena Hellwig, con cui ho iniziato a lavorare ad un progetto costruito intorno alla canzone d'autore italiana”.
 
Se questo è il futuro, il presente per Massimo Germini si chiama ...MA SONO MILLE PAPAVERI ROSSI. Il nemico secondo Susanna, in scena per MiTo Settembre Musica martedì 8 settembre alle 21 al teatro Carignano con biglietti a Euro 15: info e prenotazioni presso la biglietteria MiTo allo 011.01124777 o sul circuito www.vivaticket.it.
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