tratto da Appunti per un naufragio (Sellerio editore); musiche composte ed eseguite da Giulio Barocchieri
Accademia perduta / Romagna Teatri, Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Teatro Biondo di Palermo, in collaborazione con Festival Internazionale di Narrazione di Arzo
Accompagnato in scena dalle chitarre del conterraneo Giulio Brocchieri, il sicilianissimo Enìa è protagonista di un racconto che unisce pubblico a privato, la cronaca degli sbarchi alla storia di una famiglia, la sua, in cui padre cardiologo e zio nefrologo alleggeriscono la narrazione di inevitabile tragicità: e poi ci sono i lampedusani, uomini e donne loro malgrado diventati eroi di un tempo malato. Uomini e donne che non esitano a uscire di casa in una notte di tempesta per andar in soccorso di chi si aggrappa a quel che resta di un barcone alla deriva, o che continuano, come nel caso del custode del cimitero, a dar sepoltura a corpi senza nome, tributando il forse unico atto di umanità di un’intera vita. E se ascoltare la quotidianità dell’isola è ahinoi diventata prassi abitudinaria, Enìa riesce a trasformare il racconto in una struggente danza di parole, gesti e musica, succedersi di immagini che prendono vita con semplici gesti o in melanconiche canzoni di chiara matrice popolare.
Per ottanta minuti in sala non vola una mosca, e quando si riaccendono le luci ascoltato il mito di Europa, la mitologica giovane che per sottrarsi alle insidie di Giove fugge a Creta dal natìo Libano, tra qualche lacrima e molti occhi lucidi il pubblico può finalmente sciogliersi in un lungo, liberatorio, strameritato applauso finale.
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