con Maddalena Crippa, Debora Villa, Rossana Mola
regia Renato Sarti; scena e costumi Carlo Sala; musiche Carlo Boccadoro; luci Claudio De Pace; progetto audio Luca De Marinis; dramaturg Marco Di Stefano
Teatro della Cooperativa sostenuto da NEXT 2017/18 - Regione Lombardia con il patrocinio di ANPI, Istituto Nazionale Ferruccio Parri e ISEC e i comuni di Albiate, Bresso, Cinisello Balsamo, Monza e Muggiò con il sostegno di ANED
Matilde e il tram per San Vittore è infatti un godibile esempio di teatro civile, resoconto di arresti e torture che si contrappongono ad un malinconico ma contagioso sorriso di sottofondo per un messaggio di speranza e libertà: scritto e diretto da Renato Sarti, dal volume Dalla fabbrica ai lager di Giuseppe Valota, la pièce racconta di mogli e di madri, di sorelle e di figlie, che a partire dal primo sciopero alle acciaierie Falk del 23 marzo 1943 accompagnarono il destino dei loro uomini, molti dei quali destinati a non far più ritorno a casa. Narrazione incalzante a scandire le tappe di una lotta prima promossa e vissuta in fabbrica, poi ascoltando le frequenze di Radio Londra, da ultimo in riunioni clandestine per sottrarsi ad arresti e deportazioni: dodici mesi di intensa storia milanese, in realtà storia di un paese intero e di una generazione per nulla intenta a sposare la causa fascista, e che nello stare insieme in affollati scioperi trova la forza per liberarsi dal giogo dell’oppressione.
E se non si dimentica l’altissimo prezzo di vite umane pagato con le oltre cinquecento deportazioni nei campi tedeschi, le tre ottime Maddalena Crippa, Debora Villa e Rossana Mola, nel loro eloquio che alterna il lombardo all’italiano, risultano intense testimoni di un’umanità dalla commovente ostinazione, donne pronte a sfidare la morte per raggiungere San Vittore e gli altri luoghi di detenzione dove strappare un abbraccio e un sorriso, fosse anche l’ultimo contatto con il loro marito, fratello o figlio: racconta disperazione, ma trasuda anche tanta umanità Matilde e il tram per San Vittore, e gli occhi lucidi mescolati a qualche lacrima da asciugare sono la naturale conseguenza di una narrazione civile che porta in scena la Resistenza raccontata dalle donne.
Matilde© Laila Pozzo.jpg