Esempio fulgido di libertà, con l'entrata in vigore nel 1938 delle leggi razziali, la giovane Teresa, al tempo studentessa liceale a Firenze, rifiuta di partecipare alle lezioni che promuovono la "difesa della razza": atto di ribellione e coraggio che pagherà con l’espulsione definitiva dalla scuola, primo gesto di un impegno politico pochi anni più tardi rafforzato dalla decisione di entrare attivamente nella Resistenza con il nome di battaglia "Chicchi".
La morte in carcere del fratello Gianfranco, suicida dopo molte torture, l’impegno sempre più attivo nella lotta contro il nazifascismo, l’adesione convinta alla guerra civile italiana nel Fronte della Gioventù, ma anche le torture e violenze subite dai tedeschi dopo la sua cattura, queste le tappe di un cammino che culminerà nel discorso di Teresa Mattei alla Costituente, passaggio denso e appassionato come la sua vicenda umana: nello specifico, nel corso della redazione della Carta Costituzionale, a lei si riconosce il merito, nell’Articolo 3 comma 2, della specifica "di fatto" in cui possiamo affermare risieda la vera sostanza della parità. Una vicenda umana e politica di grande impatto prossima a rivivere in una pagina di teatro perfetta sintesi di quell’impegno civile, forse troppo presto dimenticato, teso alla salvaguardia dei diritti dei più deboli, specialmente donne e bambini.
Produzione Associazione Baretti con il patrocinio del Museo Diffuso della Resistenza, Il discorso di Chicchi è scritto e diretto da Monica Luccicano con in scena Alessia Donadio: repliche al Teatro Baretti mercoledì 2 e giovedì 3 giugno alle 19.30, biglietti a Euro 12 ed Euro 10 da acquistare on line con possibilità di donazioni a mezzo Satispay e/o Paypal al contatto @cineteatrobaretti.it. Info allo 011.655.187 o sul sito www.cineteatrobaretti.it.
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