Quale che sia la versione è ancor oggi eterno il fascino del dramma della giovane Nina, del tormentato Konstantin, di sua madre Irina Arkadina, celebre attrice, e del di lei amante, lo scrittore Trigorin, umanità disillusa ed attraversata da vacue passioni per la perfetta rappresentazione della fine di un’epoca e di un mondo: "la feroce denuncia del nostro nulla – scrive il regista Marco Sciaccaluga - coniugata in una continua altalena di ridicolo e patetico, diventa uno stringente invito a compatire, ad amare questi esseri inutili che siamo”. Uno spietato affresco all'insegna dell’immobilismo che il cechoviano "Teatro della Crudeltà” ritrae alla perfezione nella soffocante apatia fisica e morale di una tenuta di campagna in riva a un lago, palcoscenico naturale nel quale si consumano vite in apparenza senza senso, in un’altalena tra sogni e rimpianti, desideri e disperazione. Uno spazio fisico, ma anche luogo mentale, con uomini e donne che non possono dire di aver vissuto, e per la cui rappresentazione il regista genovese sceglie di ritornare alle origini scegliendo l’originaria versione precedente la censura Zarista del 1895.
Produzione Teatro Nazionale di Genova con la regia di Marco Sciaccaluga, Il gabbiano vedrà in scena Roberto Alinghieri, Alice Arcuri, Elsa Bossi, Eva Cambiale, Andrea Nicolini, Elisabetta Pozzi, Stefano Santospago, Roberto Serpi, Francesco Sferrazza Papa, Kabir Tafani e Federico Vanni: al Teatro Carignano due settimane di repliche martedì, giovedì e sabato alle 19.30, mercoledì e venerdì alle 20,45, domenica alle 15.30, con biglietti da Euro 37 ad Euro 31. Info allo 011.51.69.555 o su www.teatrostabiletorino.it.
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