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La fedeltà a Dante del Teatro delle Albe
a cura di Roberto Canavesi
Visto al Teatro Astra di Torino sabato 1 febbraio 2020
Ideazione e regia Marco Martinelli e Ermanna Montanari

In scena Ermanna Montanari; musica Luigi Ceccarelli; tromba Simone Marzocchi

Regia del suono Marco Olivieri; spazio e costumi Ermanna Montanari e Anusc Castiglioni; ombre Anusc Castiglioni; disegno luci Enrico Isola.

Produzione Teatro delle Albe / Ravenna Teatro in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival - Napoli Teatro Festival Italia 2018 e Teatro Alighieri di Ravenna
Dio salvi la Regina, ma anche il Teatro delle Albe: con Fedeli d’amore Marco Martinelli ed Ermanna Montanari confezionano un piccolo grande gioiello per la scena nella veste di concerto polifonico dantesco che dal Divin Poeta parte, ed allo stesso arriva, attraverso una ricognizione poetica e sonora di grande attualità.

Sette quadri per altrettanti momenti di poesia da una nebbiosa alba ravennate del 1321 con il Poeta aggredito da quella febbre malarica che da lì a poco lo condurrà all'ultimo viaggio: e proprio di un viaggio, di un itinerario tra vita vissuta e vita immaginata, tra realtà ed immaginazione, Ermanna Montanari si fa carico guidando lo spettatore in un settebello di visioni dalla disarmante modernità. Lingua ed antico dialetto romagnolo si alternano nell'invettiva ad un’Italia in cui la ricchezza è patrimonio di pochi, e la povertà di molti, ma dove c’è anche spazio per raccontare il mondo dalla prospettiva di un asino infaticabile o di un diavolo giocherellone, per arrivare a quella della figlia Antonia, al capezzale del padre morente, intenta a ricordare gli anni giovanili di Dante e la passione amorosa coltivata con la generazione stilnovista, i "fedeli d’amore”.
Appare subito evidente come l’intento di Martinelli non sia quello di perdersi in una lezione, semmai di riaffermare la straordinaria vocazione civile della figura e dell’opera dantesca: scopo raggiunto intrecciando vita privata e vita pubblica, alternando la rabbia per l’esilio ai versi che ancor oggi colpiscono nel vivo. E se da Dante si parte, a Dante si arriva con l’ultima apparizione di una Beatrice poco più che bambina pronta ad infondere il necessario ardore per affrontare l’ultimo, estremo viaggio.

In scena, sul tappeto sonoro di Luigi Ceccarelli, eseguito dal vivo dalla tromba di Simone Marzocchi, prende forma un caleidoscopio di immagini cui l’inconfondibile voce della Montanari regala linfa vitale per un emozionante assolo con la fisicità dell’interprete in primo piano, sullo sfondo di giottesche rappresentazioni angeliche, diventare un etereo tutt'uno con parola, suono ed immagine. 
Se capita, assolutamente da non perdere.
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