con Gabriele Genovese e Valeria Perdonò
produzione Teatro Linguaggicreativi
Strizzando l’occhio al teatro a stelle e strisce, Simona Migliori firma un testo di spiazzante realismo ed attualità, cronaca dell’incontro di due solitudini mai così diverse ma forse proprio per questo l’una complementare all’altra: con flashback temporali che traghettano l’azione ora nella disincantata adolescenza, ora nella tormentata maturità dei due protagonisti, prende corpo un racconto lungo vent’anni che hanno visto il "lupo di periferia" rovinarsi l’esistenza e la "ragazza con la camicia" assaporare suo malgrado una felicità di facciata. Trait d’union la presenza/assenza di un figlio, per Salvatore incidente di una notte, per Giorgia sogno cullato cinque anni ed ora diventato assillante incubo.
Il gioco teatrale è condotto a carte scoperte, la colonna sonora anni Novanta o i capelli sbarazzini sciolti proiettano la narrazione nel passato, salvo poi subito rituffarsi nel presente alla disperata ricerca di un modo per esorcizzare quel male di vivere comune denominatore tra Salvatore e Giorgia: il testo scorre via fluido, strappa più di una risata ma al tempo stesso è capace di improvvise frenate che lasciano sul campo domande pesanti come macigni. Ci si interroga sulla capacità del tempo di cambiare le persone o di cancellare i traumi del passato, per poi subito chiedersi il prezzo da pagare, in termini di pienezza della vita, all’affannosa ricerca di utopie più che di sogni. Interrogativi evergreen destinati ad interessare con modalità diverse i giovani di ieri come quelli di oggi cui Gabriele Genovese e Valeria Perdonò, interpreti mai sopra le righe ed al tempo stesso maschere di grande umanità, sul calare del buio rispondono con il gesto più semplice che si possa immaginare, prendendosi per mano: solo così si potrà uscire, insieme, a sfidare quella vita in passato prodiga di schiaffi ma in fondo esperienza totalizzante che, pur tra mille difficoltà ed ostacoli, ancora oggi vale la pena di respirare a pieni polmoni.
Ma pure questo è amore - Michele Piccinini.jpg