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E’ (quasi) tutto una questione di stile
a cura di Donatella Codonesu
Tragicomico excursus sullo stile, inteso come ricerca del modo di stare al mondo.
Da un’idea di Chiara Cardea e Mariza Petrovic, regia di Chiara Cardea, con Chiara Cardea e Silvia Mercuriati
costumi Daniele Cristina, scene e luci Lidia Hamer, calligrafia e cartonnage Nicola Pannofino e Roberta Pibiri
Produzione Teatro Eliseo


Visto al Teatro Eliseo il 5 novembre 2017
Un progetto decisamente originale, a partire dalla scelta della location, il foyer di un teatro (l’Eliseo, nella fattispecie), dalla collocazione del testo, una scatola chiusa, e dalla dichiarazione programmatica: la ricerca di uno stile. Questo spettacolo “andante cantabile con slancio” si pone insomma dichiaratamente al di fuori dei canoni e della banalità.

Le premesse non vengono disattese, e il talento delle due attrici, Chiara Cardea e Silvia Mercuriati, affiatate e complementari, sostengono bene i due ruoli-non ruoli di Irma e Nora, muovendone i passi sulla fragile ragnatela di un testo-non testo.
L’ambizioso obiettivo di mettere mano alla produzione dei grandi maestri della letteratura e del pensiero, tracciando nell’arco di un’ora la poetica o quantomeno il profilo di un grande artista, simbolicamente colto come il frutto di un fertile albero (un nome diverso a seconda del giorno, spaziando da Montale a Pasolini, da Escher a Virginia Woolf), non sembra però raggiunto.


Le suggestioni sono sparpagliate nel disordine maniacalmente organizzato della scatola in cui le due attrici sono simbolicamente chiuse (metafora dei limiti autoimposti o inflitti, di uno spazio necessario per la ricerca interiore o di altro confine mentale) e rimangono spesso fluttuanti nell’aria, senza la connessione visibile di un filo rosso che ricostruisca, alla fine, il senso compiuto di questa singolare esperienza.


In parte strutturato e in parte improvvisato, lo spettacolo procede in modo discontinuo, fra momenti di alta poesia e passaggi lacunosi o incongrui. Ha il merito di mirare alto, forte di ottimi mezzi attoriali a disposizione, ma paradossalmente risente di una carenza di contenuti da un lato (perché non attingere più pienamente al mare magnum del materiale offerto da cotante fonti di ispirazione?) e di una fragilità di scrittura dall’altro, laddove gli interessanti spunti suggeriti non trovano una consequenzialità sostanziale.


La validità dell’idea e il lavoro evidentemente fatto fin qui promettono molto, ma qualche passo deve essere ancora fatto perché il gioco di rimandi funzioni inequivocabilmente e quest’opera possa dirsi compiuta.

  • 5_A scatola chiusa_Cardea_Mercuriati_foto Sara D'Incalci.jpeg
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